Sei-sette persone incappucciate si sono introdotte in casa di Stefano Valore lui ha reagito e a Cityrumors racconta: “Hanno preso 200-250 mila euro di roba ma cercavano altro…”
Una rapina quasi senza senso, molto particolare ma che ha messo tanta paura. A subirla un personaggio noto nella capitale, soprattutto nel mondo dell’informazione, considerato che si tratta di Stefano Valore, imprenditore ed editore dell’agenzia di stampa “Dire”, che è stato vittima di una brutta rapina a mano armata nella sua casa a Ostia, in periferia di Roma.
“E’ stato tutto così all’improvviso e strano per certi versi, ero appena tornato a casa, hol tolto l’allarme e mi sono trovato una pistola puntata addosso“, parte così il racconto di Stefano Valore a Cityrumors.it e mentre parla lo fa con una lucidità incredibile: “Sembrerà strano, ma devo essere sincero non ho avuto paura, solo per la mia famiglia, non era la prima volta che mi trovavo in una situazione simile, un mese fa hanno provato a rapinarmi ma erano due e non erano armati, sono andati via alla fine…“.
E’ successo intorno alla mezzanotte di sabato una banda di quattro uomini armati e incappucciati che hanno fatto irruzione nell’abitazione, anche se per Stefano Valore erano un po’ di più “per me erano quattro dentro e altre due o anche tre fuori a fare da palo“, spiega l’uomo di 53 anni che è stato immobilizzato e anche “legato e messo a terra, siccome non mi stavo fermo, diciamo che c’è stata un piccola colluttazione, alla fine mi sono beccato il calcio della loro pistola in testa, ho perso un po’ di sangue, pazienza“.
La banda di criminali è riuscita a impossessarsi di gioielli e contanti e poi è riuscita a fuggire, con Stefano Valore che pensa che dietro ci sia altro, tanto da sottolinearlo anche ai carabinieri che sono intervenuti a notte fonda: “Alla fine hanno rubato tutti i miei orologi a cui tengo e che stavano in cassaforte, più gioielli e altro, anche dei contanti, credo tra 10-15 mila euro, penso che in totale abbiano fatto un bottino tra i 200-250 mila euro di roba, ma sinceramente per quanti erano e per quello che rischiano se venissero beccati, credo che cercassero altro”.
Sono intervenuti i carabinieri del nucleo investigativo e si sono recati sul posto per cercare eventuali tracce, impronte digitali e genetiche lasciate dai banditi. Non solo. Gli investigatori, coordinati dalla procura della Repubblica di Roma, hanno anche da visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. “Fai un sequestro di persona, vieni armato e ti metti a fare una rapina, in cinque-sei per cosa? Per dei gioielli e orologi? Rischia quasi 30 anni di carcere per una cosa del genere, per me cercavano altro, visto che tratto anche documenti riservati, è un mio sospetto“.
Stefano Valore, oltre ad avere l‘Agenzia Dire, tratta anche dati sensibili per cybersicurezza e il suo sospetto è che queste persone cercassero materiale di questo genere, “ora controllerò meglio se c’è qualcosa che manca anche perché sono quasi due giorni che sono sveglio per cercare di dare una mano alle forze dell’ordine e capire cosa sia successo e che stavano cercando“. Per l’imprenditore alcuni di loro “avevano l’accento straniero dell’est, anche se qualcuno di loro mi sembrava fosse italiano”. Ora le indagini faranno il loro corso, anche se per Stefano Valore le cose non finiscono qui: “La procura è lenta, ma sempre efficace, di sicuro il crimine non paga, ma secondo me non andranno lontano e verranno presi prima o poi“
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