L’ex tennista in esclusiva ai nostri microfoni sul trionfo dell’altoatesino a Melbourne: “Jannik è una macchina guerra. Non dobbiamo commettere un errore”
Da Melbourne a… Melbourne. Jannik Sinner si conferma agli Australian Open dominando la finale contro Zverev. Nessuna palla break concessa al tedesco e una prestazione solida che gli ha permesso di conquistare il suo terzo Slam in tre set (6-3 7-6 6-3).
Ai nostri microfoni è intervenuto in esclusiva Nicola Pietrangeli. Con lui ci siamo soffermati sulla vittoria di Jannik, ma anche sui prossimi appuntamenti del tennista e sul caso doping con la sentenza attesa ad aprile.
Nicola Pietrangeli, una parola per Sinner?
“Imbattibile“.
Si aspettava una finale dominata dopo i problemi avuti durante gli Australian Open?
“Purtroppo l’ho visto giocare solamente contro Shelton prima della finale. Sinner è una macchina da guerra, teniamocelo buono. In questo momento si diverte e fa tutto nel migliore modo possibile. È un fenomeno“.
La terra rossa può essere una insidia per Jannik?
“Parliamo del numero uno al mondo. Può avere anche qualche piccola lacuna, ma non si può pretendere di più da lui. In molti mi chiedono dove può migliorare e la mia risposta è sempre la solita: è il più forte al mondo e dobbiamo tenercelo stretto. Cerchiamo di non iniziare a dargli addosso in caso di una sconfitta“.
Come finirà la vicenda del doping?
“In una bolla di sapone. È una cosa che non esiste sin dall’inizio. Se io voglio dopare qualcuno, metto una quantità maggiore e non quella trovata in Sinner. Poi francamente quello che dico io non conta molto perché non conosco bene la cosa. Ma secondo me non succede niente, poi vediamo“.
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