Un recente studio presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia in corso a Londra ha rivelato come con un piccolo accorgimento potremmo evitare il rischio di gravi problemi di salute
Con la vita frenetica di oggi è abbastanza comune a tutti il problema del sonno arretrato, spesso si dorme meno la notte durante la settimana, quando ci si attarda davanti a una serie TV o a un film o per una serata in compagnia. Ma poi la sveglia suona inevitabilmente troppo presto al mattino successivo, riducendo per forza di cose il numero di ore di riposo che invece il nostro organismo necessita per un sano recupero delle energie psicofisiche.
I risultati di alcune ricerche in merito hanno dimostrato che nell’arco della vita di un 45enne, con tutti i parametri in regola, la probabilità di avere un infarto o un ictus o di morire per cause cardiovascolari è dell’1,4 per cento, ma basta avere un paio di fattori di rischio un po’ al limite per vedere la probabilità schizzare al 49,5 per cento e lo stesso, anche se con percentuali diverse, vale per le donne.
Purtroppo lo stile di vita frenetico, la necessità di correre sempre nell’arco della giornata per riuscire a conciliare lavoro, vita sociale e familiare, comporta un continuo stress per il nostro fisico e certamente non aiuta durante la settimana dormire poche ore a notte, proprio per riuscire a conciliare tutto quello che dobbiamo o vorremmo fare durante l’arco della giornata. Recenti statistiche hanno individuato infarto e ictus come le principali malattie cardiovascolari dei tempi moderni, e la loro incidenza è influenzata proprio da vari fattori legati allo stile di vita e alle condizioni di salute generali. Ecco perchè gli studi sono alla continua ricerca di rimedi per evitarli. L’ultimo studio in tal senso, presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia in corso a Londra, potrebbe aver trovato un semplice quanto banale rimedio che concilierebbe tutte le esigenze psicofisiche necessarie all’organismo umano per mantenersi in salute. La ricerca avrebbe individuato come rimedio il dormire fino alla tarda mattinata nei fine settimana, per recuperare così il sonno perso nei giorni precedenti e abbassare il rischio di malattie cardiache di un quinto.
Secondo i ricercatori infatti, chi non riesce a dormire a sufficienza durante la settimana dovrebbe cercare di recuperare il sonno nel weekend. Questo potrebbe avere effetti positivi sulla salute cardiovascolare, specialmente per chi è cronicamente privato del sonno. Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati relativi a 90.903 soggetti coinvolti nel progetto UK Biobank per valutare la relazione tra il sonno recuperato nel fine settimana e le malattie cardiache: il gruppo 1 ( 22.475 persone) era quello di coloro che recuperano poco o nulla del sonno perso durante la settimana, il gruppo 2 (22.901 persone) recuperava al massimo 0,45 ore, il gruppo 3 (2.692 persone) da 0,45 a 1,28 ore e il gruppo 4 (22.695 persone) con il massimo numero di ore di sonno recuperate. I risultati sono stati sorprendenti perchè coloro che hanno dichiarato di dormire meno di 7 ore a notte (19.816 partecipanti, il 21,8%) sono stati classificati nel gruppo con una carenza di sonno. I partecipanti sono stati seguiti mediamente per quasi 14 anni ed è emerso che coloro che avevano recuperato più ore di sonno nel week end presentavano un rischio per il cuore ridotto del 19% rispetto a quelli del gruppo 1. In definitiva il risultato che emerge è che dormire regolarmente dovrebbe essere l’obiettivo principale, ma recuperare il sonno nel fine settimana può ridurre il rischio cardiovascolare. Questo però non può comunque risultare una strategia risolutiva a lungo termine.
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