Resta la festa più sentita nel mondo, quella dove ci si scambiano i doni. Ma non tutti i regali vengono recapitati nello stesso giorno
Dicembre è il mese in cui l’usanza di scambiarsi doni è maggiormente diffusa. Infatti è proprio in questo periodo che diversi “personaggi” fanno trovare doni ai bambini durante le feste. Si, perché, nonostante la globalizzazione, il “calendario dei doni” è scadenzato in modo diverso secondo i luoghi in cui ci si trova.
Da San Nicola a Santa Lucia, passando per i Morti e Gesù Bambino. Viaggio nella tradizione italiana dei doni ai bambini, prima e nonostante la globalizzazione di Babbo Natale.
Usanze diverse
Una data molto cara ai bambini del Nord Italia è il 13 dicembre, il giorno più corto dell’anno, quando Santa Lucia, come San Nicola, Babbo Natale e la Befana, porta regali ai più piccoli. I bambini scrivono una lettera alla santa, elencando i regali che vorrebbero ricevere e assicurando di essere stati buoni tutto l’anno. Come per Babbo Natale, per ringraziare Santa Lucia si lasciano dei biscotti, mezzo bicchiere di vino rosso e del fieno, per l’asino che trasporta i doni. Inoltre i ragazzi più grandi, un tempo, erano soliti percorrere le strade suonando un campanello per raccomandare ai più piccoli di andare subito a dormire per non essere visti dalla santa. La mattina del 13 dicembre, al risveglio, biscotti e vino spariti, insieme a caramelle, monete di cioccolato e per i più fortunati anche i doni richiesti sparsi in casa, avrebbero completato la fiaba.
Poi c’è San Nicola, che è diventato il Santa Claus dei paesi anglosassoni, il NiKolaus della Germania, e in Olanda si chiama Sinterklaas. Inoltre è molto venerato e patrono della città di Bari.
Ogni popolo lo ha “adottato”, adattandolo alle proprie tradizioni, ma conservandone la caratteristica più importante, quella di difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Una leggenda infatti racconta che il santo offrì il suo aiuto a tre sorelle cadute in disgrazia e, per evitare che finissero sulla strada a prostituirsi, prese un’ingente somma di denaro, la avvolse in tre fagotti e per tre notti li lanciò, uno alla volta, nella casa della famiglia disgraziata. In questo modo tutte e tre le ragazze ebbero la dote per potersi sposare. Un’altra storia su San Nicola narra che il santo donò tre mele ad alcuni bambini così poveri da non avere niente da mangiare. Il mattino dopo i tre pomi erano diventati preziose e succulente mele d’oro, le tre palle d’oro che ricorrono nell’iconografia classica con cui viene rappresentato. Per questo motivo il 6 dicembre, in tante città italiane, insieme ai regali, si donano mele mature ai bambini.
I Re magi
L’oro è anche uno dei doni portati dai Re Magi a Gesù, è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re. L’altro è l’incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio, e poi la mirra, usata nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo, mortale. Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda della Befana che racconta come i Re Magi, durante il viaggio verso Betlemme, si fermarono alla casa della vecchietta e la invitarono a unirsi a loro. La Befana declinò l’invito e lasciò partire i Magi da soli, ma poi ripensandoci, decise di seguirli. Non riuscendo a ritrovarli, nel buio della notte, da allora, lascia a tutti i bambini un dono, sperando che fra quei bambini ci sia Gesù. Sempre con una lunga barba bianca e guance rosse, un lungo abito orlato di pelliccia un altro personaggio porta i regali ai bambini, è Nonno gelo, arriva nella notte di Capodanno ed è il tradizionale portatore di doni del folklore natalizio russo e di molti paesi dell’est. Solitamente si veste di blu o di azzurro, a volte di bianco e in tempi recenti anche di rosso, proprio come il suo omologo occidentale. Simile al nostro Babbo Natale, in realtà era un demone, ma non nell’accezione occidentale, infatti nella letteratura russa il demone è uno spirito, senza alcuna particolare connotazione negativa. Inoltre Nonno Gelo arriva quasi sempre accompagnato dalla “fanciulla di neve”.