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Lifestyle

Basta Spritz, ora anche nei bar italiani esplode la Sake mania

La tipica bevanda alcolica giapponese ricavata dal riso sta giorno dopo giorno soppiantando in molti locali, soprattutto del nord Italia, il nostro tipico aperitivo

Una notizia che sicuramente ai più è passata del tutto inosservata. Dallo scorso anno, l’Italia, superando la Gran Bretagna, è diventata il secondo più grande importatore di sake d’Europa per quantità consumata, un particolare che ha portato inevitabilmente molti bar e locali serali ad adeguarsi e farsi trovare pronti per la maggiore richiesta della tipica bevanda Made in Japan.

Arriva al Sake mania anche in Italia – Cityrumors.it –

 

In occidente il termine sake si riferisce al vino di riso la bevanda alcolica ottenuta fermentando il riso, ma questa parola in Giappone vuol dire semplicemente bevanda alcolica e sta a indicare anche tutti gli alcolici e superalcolici occidentali. Il sake viene prodotto dalla fermentazione di un cereale, come la birra, ma ha un grado alcolico tra i 12 e i 18 gradi, come il vino. Viene prodotto con un processo unico che permette la fermentazione alcolica del riso e proprio per il suo grado alcolico viene spesso chiamato vino di riso.

La nuova tendenza italiana

Al tramonto o sotto al sole, durante il week end o dopo il lavoro, in estate all’aperto o in inverno all’interno di locali riscaldati, l’aperitivo è un rito a cui gli italiani non rinunciano praticamente mai. E non potrebbe essere altrimenti visto che proprio gli italiani l’aperitivo lo hanno inventato, nel XVIII secolo, quando da Torino si diffuse in tutta Italia, sviluppando delle specificità locali che lo caratterizzano da Nord a Sud. Infatti in ogni regione si trova una versione riveduta e corretta, ma sempre accompagnata da diversi stuzzichini o antipasti che, negli ultimi anni, lo ha mutuato in apericena che permette di mangiare quanto basta per sentirsi a posto, senza dover poi integrare con qualcos’altro una volta tornati a casa. Un momento conviviale tipico alle nostre latitudini, ma che non manca oramai di coinvolgere sempre più turisti quando arrivano nel nostro paese. Ma, dopo la diffusione di locali dove viene servito ad esempio sushi, in Italia, soprattutto a Milano e in altre città del nord, sta prendendo sempre più piede bere del Sake, la tipica bevanda alcolica giapponese, tanto che più di un bar o cocktail bar ha dovuto immediatamente adeguarsi vista la grande richiesta per questo nuovo modo di “prendere l’aperitivo”.

Un aperitivo diverso per molti italiani – Cityrmuors.it –

 

Il tipico vino di riso

Il sake, chiamato anche Nihonshu, è un fermentato, esattamente come il vino e la birra, che viene prodotto in Giappone utilizzando riso, acqua, koji (un fungo che serve a trasformare l’amido del riso in zuccheri semplici) e lieviti. Il sake può essere bevuto a tutto pasto, in abbinamento al cibo, ha una gradazione alcolica simile a quella del vino, può infatti variare solitamente tra i 12° C e i 18° C in base alla tipologia, e può essere servito freddo, caldo o a temperatura ambiente. Questa tipica bevanda del Sol Levante, proprio per la sua gradazione alcolica ed essendo del tutto naturale, ha cominciato a trovare feedback estremamente positivi tra i cultori dell’aperitivo italiano abituati a del buon vino, a della birra o al classico Spritz e vista la richiesta sempre maggiore, è sempre più presente, se non addirittura protagonista, nei menu e nelle drink list di tanti locali e ristoranti, non solo giapponesi. Un fenomeno che sta prendendo sempre più piede, soprattutto a Milano, città culla delle mode che poi diventano motivo d’ispirazione anche per le altre città italiane, tanto da far parlare di Sake mania anche tra noi occidentali.

Mauro Simoncelli

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