Flavio Briatore ha espresso la propria preferenza, spigando il motivo per il quale rispetto ai ristoranti stellati sono meglio le trattorie
“I ristoranti stellati sono noiosi”. Non si è fatto problemi a dirlo pubblicamente Flavio Briatore e a sostenere un pensiero che forse non sarà particolarmente apprezzato dai vari Barbieri, Cracco e Bastianich, ma che sicuramente in molti condividono. Basta con le cene impegnative, è il messaggio che vuole lanciare l’imprenditore piemontese, molto più aperto invece a quelle serate davanti a del buon cibo, un po’ di vino ma, soprattutto, una bella compagnia con cui potersi divertire, ridere e parlare in santa pace.
Una sorta di evasione dalla pesantezza di una quotidianità frenetica che ci spreme fino all’ultima goccia che abbiamo in corpo. Una pesantezza può essere sopportata solo lasciando spazio, di tanto in tanto, alla leggerezza delle cose. Questa è l’idea di ristorante proposta da Flavio Briatore, quella in cui sembra e vuole credere.
Un’idea in cui il cibo dev’esser buono, ma non la priorità ma che, anzi, deve venire in secondo piano dietro alla consapevolezza di poter star bene con le persona a cui si vuole bene. Un dettaglio che sfugge ai ristoranti stellati dove – sottolinea Briatore – il tintinnio di coltelli e forchette è più rumoroso e fastidioso di ogni altra cosa.
Briatore e l’apprezzamento per le trattorie
Questi sono concetti che Briatore ha espresso nell’intervista rilasciata qualche giorno nel corso della trasmissione ‘Dritto e Rovescio’, in onda in prima serata su Rete 4 il giovedì, e condotta da Paolo Del Debbio. Proprio quest’ultimo ha incalzato l’imprenditore con la domanda sui ristoranti stellati, alla quale ha ricevuto questa risposta: “Per me il ristorante deve avere energia. Mangiare diventa una cosa secondaria dalla compagnia, dalle amicizie, da tutto quanto. Gli stellati non li trovo attraenti. Preferisco andare in una trattoria, con quattro amici e far casino”.
Ovviamente le sue parole non sono critiche sulla qualità della cucina, di cui anzi apprezza anche il lavoro che c’è dietro: “Che poi fanno un lavoro straordinario questi chef, sono bravissimi. Ma credo che non valga più come anni fa avere la stella Michelin. Un ristorante deve essere un posto in cui si va per compagnia, dove si mangia normale, mangi bene, ti trattano bene e il servizio è fatto bene”.
Il discorso di Briatore si sposta poi sui ragazzi, dopo aver ampiamente criticato l’eccessiva e lenta presentazione dei piatti: “Ti devono dire che il rosmarino viene dall’Himalaya, la farina arriva dalla Turchia, mischiata con quella del Giappone, eccetera, eccetera. Io credo che i ragazzi, i giovani abbiano una sensibilità diversa. Noi lo vediamo nei ristoranti, la gente vuole divertirsi, vuole andare al ristorante per vivere un momento di evasione dalla vita giornaliera, un modo per vedere gli amici e frequentare le persone a cui vuoi bene”.