La pelle dei bambini deve essere protetta con le opportune creme solari. Ecco che come leggere nel modo corretto le etichette.
L’esposizione al sole può causare problemi di diversa natura. Quello più immediato e visibile risiede in dolorose ustioni. Si tratta di una questione da non sottovalutare. In alcuni casi, le persone coinvolte sono costrette a ricorrere addirittura al pronto soccorso. Un validissimo alleato nella lotta contro le bruciature solari è dato dalle creme solari.
Questi prodotti, presenti nella maggior parte dei punti vendita, hanno lo scopo di proteggere la cute e di preservarla da pericolose scottature. I bambini, che presentano una pelle ancora più delicata, non possono fare a meno di tale soluzione. Prima di completare l’acquisto, tuttavia, è fondamentale leggere con attenzione le etichette.
I raggi solari sono molto aggressivi. Gli esperti consigliano di fare attenzione a non esporsi durante le ore più calde. Le scottature, oltre a essere fonte di dolore e di disagio, a distanza di diverso tempo, potrebbero dare vita, in casi estremi, anche a tumori della pelle e a un invecchiamento precoce. Le creme solari, se applicate nel modo corretto, sono in grado di arginare tutto questo. La scelta, tuttavia, non è sempre facile.
Nei supermercati, è possibile individuare scaffali pieni di questi prodotti. Anche se hanno tutte la stessa funzione, sono caratterizzate da ingredienti diversi. Per questo motivo, la lettura delle etichette è indispensabile. In caso contrario, si rischia di prendere la decisione sbagliata. Tale discorso è particolarmente rilevante quando si tratta di bambini. La loro pelle è più sensibile di quella degli adulti e, di conseguenza, tende a bruciarsi con una notevole facilità.
Ci sono quattro ingredienti che non dovrebbero essere presenti nella crema solare acquistata. Hanno un ruolo controverso e rischiano di avere ripercussioni negative. Ecco di quali si tratta:
Methylene bis-benzotriazolyl tetramethylbutylphenol: questo composto, al momento, si trova sotto osservazione. È stato approvato dal Regolamento europeo, ma è preferibile evitarlo per il momento.
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