In questi mesi sono tanti i dolci che si preparano per rispettare la tradizione di Carnevale: le proprietà nutrizionali a cui fare attenzione
Carnevale, oltre ad essere il periodo più divertente dell’anno, è anche un’occasione per mangiare i tradizionali dolci che in Italia sono molto in voga. Chiacchiere o frappe, bugie, cenci, castagnole, cicerchiata, ogni regione chiama a suo modo le prelibatezze tipiche di Carnevale, ma il risultato è sempre lo stesso: è quasi impossibile farne a meno.
Chiaramente si parla di dolci e come tali non possono essere mangiati in grandi quantità. All’Adnkronos Salute, Mauro Minelli, immunologo e docente di Fondamenti di dietetica e nutrizione all’Università Lum ha spiegato come comportarsi in questo periodo con gli irresistibili ‘dolci di Carnevale’.
“Tra i dolci di questo periodo, spiccano le ‘chiacchiere’ o ‘frappe’ o ‘bugie’, sottili sfoglie di pasta friabili e croccanti al tempo stesso, spolverate di zucchero a velo. Oltre al nome, possono avere forme e metodi di preparazione differenti da regione a regione, ma rientrano nella diffusa consuetudine italica di preparare dolci fritti per celebrare il carnevale. Nella sostanza, si tratta di delicate strisce di pasta, fritte in olio per i più golosi, ovvero cotte in forno tanto per assecondare una versione più light. Le loro origini sembrano risalire ad antiche tradizioni pre-quaresimali, quando le persone erano solite divertirsi e consumare cibi molto calorici prima di iniziare il periodo di astinenza”, spiega l’esperto.
“Le chiacchiere dovrebbero essere considerate un piacere occasionale e, come tali, essere consumate con moderazione all’interno di una dieta bilanciata. Chi segue diete specifiche o ha particolari esigenze nutrizionali – chiarisce Minelli – dovrebbe prestare attenzione agli ingredienti e alle porzioni proprio in considerazione di quanto, in termini di grassi e calorie, i dolci di carnevale possono fornire al nostro organismo anche se consumati in piccole quantità. Figurarsi in eccedenza”.
“Un suggerimento – consiglia il professore – magari utile per coloro i quali si dilettano a preparare le chiacchiere in casa, può essere quello di prestare attenzione alle modalità di frittura che certamente contribuiscono a far crescere la quantità di grassi del dolce. Un’attenzione particolare andrebbe anche riservata alla scelta di un olio con punto di fumo relativamente alto”. Infine, conclude Minelli parlando dei dolci confezionati: “E’ bene consultare sempre l’etichetta, per verificare la quantità di zuccheri presenti e la tipologia di grasso che è stato utilizzato nell’impasto”.
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