Se i vicini di casa sono troppo rumorosi con tacchi, grida, tv ad alto volume bisogna sapere quando far valere i propri diritti.
In casa propria si vorrebbe stare in pace per recuperare le energie e godersi il meritato riposo. A volte può diventare impossibile a causa del rumore causato dai vicini del piano di sopra. Come agire in questo caso?
Andare a vivere in un appartamento ha pro e contro. Tra i vantaggi la maggiore sicurezza non essendo isolati completamente, un più alto numero di servizi vicini, la presenza di un amministratore che si occupa degli aspetti tecnici, giuridici, contabili e la spartizione dei costi da condomini. In un condominio si può anche socializzare e contare su un vicino per un aiuto pratico.
Come contro del vivere in appartamento citiamo il regolamento condominiale da rispettare, la poca privacy, i cani che abbaiano, il rumore della lavatrice, l’odore di cibo nel vano scala e la possibile presenza di persone poco rispettose del prossimo. Tra gli inconvenienti più grandi, infatti, c’è proprio quello di avere vicini del piano di sopra che pensano di vivere da soli. Indossano tacchi in casa, spostano mobili a qualsiasi ora, guardano la televisione o ascoltano musica ad un volume esagerato, urlano invece di parlare, non sono capaci di stare fermi sulla sedia.
L’articolo 844 del codice civile stabilisce come chi vive accanto ad altre persone debba avere un minimo di sopportazione. Nello specifico, la norma sottolinea come non si possano impedire rumori che superano la “normale tollerabilità”. Un concetto generico che lascia al Giudice molta discrezionalità a seconda del caso che gli viene presentato. La soglia di tollerabilità, poi, è diversa da persona a persona. C’è chi è più diplomatico e chi perde subito la calma.
Ma come pretendere da un lavoratore che ha fatto il turno di notte di essere tollerante con chi fa rumore molesti impedendogli di recuperare il sonno perso? Sarà il Giudice a stabilire quando il rumore è illecito tenendo conto di alcune variabili come l’ubicazione dell’appartamento (contesto urbano già rumoroso o contesto rurale silenzioso), l’orario di produzione del rumore, la durata del rumore, la necessità di provocarlo. I Tribunali, poi, tengono anche conto del differenziale di decibel – differenza tra rumore di fondo e rumore prodotto dal vicino. Se supera i 5 dB dalle 6.00 alle 22.00 allora è vietato mentre dopo le 22.00 scende a 3 dB.
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