Fitofarmaci e pesticidi: è allarme nel piatto degli italiani

L’ultimo report di Legambiente rivela una situazione molto preoccupante per quanto riguarda gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole

Legambiente, in collaborazione con Alce Nero, anche quest’anno stila il report “Stop pesticidi nel piatto”, per avere chiara la situazione sulla presenza di fitofarmaci dal campo alla tavola e “le eventuali conseguenze legate all’utilizzo di queste pericolose molecole di sintesi e di approfondire con focus specifici soluzioni e alternative possibili”

Il pericolo dei pesticidi a tavola – Cityrumors.it –

 

I pesticidi sono microrganismi o sostanze chimiche (naturali e prodotte industrialmente) utilizzati in agricoltura per eliminare tutto ciò che danneggia le piante coltivate, quindi per mantenere in buona salute le colture e impedire loro di essere distrutte da malattie e infestazioni.

Il termine “pesticidi” è comunemente usato come sinonimo di prodotti fitosanitari. E’ tuttavia un termine più ampio che comprende anche prodotti come i biocidi, che non sono destinati all’uso su piante, ma servono a debellare organismi nocivi e portatori di malattie come insetti, ratti e topi.

Cosa sono i pesticidi

Questi microrganismi comprendono erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti. Il termine pesticida e le sue diverse categorie (insetticida, acaricida, fungicida etc.) sono caratterizzati dal suffisso “cida” che significa “capace di uccidere” gli organismi che sono il loro bersaglio (insetti, acari, funghi, etc.). Per farlo devono essere in grado di interferire con strutture o funzioni degli organismi nocivi (funghi, insetti, muffe etc.) che, però, sono spesso presenti anche in altre specie, incluso l’uomo. Questo fa sì che la maggior parte delle sostanze utilizzate come pesticidi possa avere effetti tossici anche su organismi che non sono il loro diretto bersaglio.

I fertilizzanti non sono pesticidi: sono sostanze utilizzate in agricoltura per arricchire il terreno di elementi nutritivi (ad esempio, azoto, fosforo, potassio) essenziali alla crescita dei prodotti vegetali. I pesticidi o prodotti fitosanitari sono suddivisi in diverse categorie a seconda dell’organismo contro cui sono usati e sono formulazioni che contengono almeno una sostanza attiva che permette al prodotto di svolgere la sua azione.

L’uso indiscriminato dei pesticidi – Cityrumors.it –

 

Il vero problema sono i residui

Il problema è che i residui di pesticidi, derivati dall’impiego di prodotti fitosanitari (PPP ) in colture destinate all’alimentazione umana e animale, possono rappresentare un rischio per la salute pubblica. Per tale motivo è stato stabilito un quadro legislativo esaustivo che definisce le regole: per l’approvazione delle sostanze attive impiegate nei prodotti fitosanitari, per l’uso dei prodotti fitosanitari e per i residui di pesticidi ammissibili nei prodotti alimentari. Essi vengono calcolati dopo una valutazione esaustiva delle proprietà del principio attivo e della destinazione d’uso del pesticida. Il dossier evidenzia che sul fronte dei dati provenienti da agricoltura convenzionale (5940 campioni), emerge una percentuale molto bassa di alimenti irregolari, pari all’1,62% dei dati e il 59,18% degli alimenti risulta regolare e privo di residui.

Invece, nel 39,21% dei campioni analizzati sono state rilevate tracce di uno o più residui di fitofarmaci con una percentuale di monoresiduo pari al 15,67%, contro un multiresiduo del 23,54%. La categoria più colpita, come risultato anche negli anni precedenti, è risultata la frutta, arrivando a quota 67,96% di campioni con uno o più residui. In tale categoria, la percentuale di irregolarità è del 1,93%. Nelle pere sono stati rilevati residui per l’84,97%, le pesche 83,00%, le mele 80,67%. Banane, kiwi e mango hanno la percentuale più alta di irregolarità, pari al 7,41%. Dato nettamente superiore alle altre tipologie di alimenti. Per quanto riguarda la verdura, è stata osservata una maggiore presenza di campioni privi di residui, pari al 68,55%, con una percentuale di irregolarità del 1,47%. I più colpiti sono: peperoni (53,85%), insalate e pomodori (entrambi a quota 53,14%), ortaggi da foglia (38,12%). Proprio negli ortaggi da foglia (spinaci, bietole e cavoli) è stata registrata la più alta percentuale di irregolarità (4,46%). Tra gli alimenti trasformati si evidenzia invece una percentuale estremamente bassa di irregolarità, pari allo 0,67%, mentre la percentuale di alimenti con uno o più residui è del 36,22%. I trasformati con la più alta percentuale di residui sono risultati essere i cereali integrali trasformati (farine e pasta integrali) con il 71,21%, seguiti dal vino con il 50,85%.

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