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Gusti musicali, dopo i 30 anni cambiano le abitudini: ecco come

I gusti musicali sono molto personali ma c’è un particolare che accomuna tutti coloro che superano i 30: ecco qual è

La musica è un valore aggiunto alle nostre vite. C’è chi la ama e ne fa addirittura un hobby e anche chi è meno esperto ma non può fare a meno di ascoltarla. Il valore della musica è potente, molto spesso infatti ad un periodo della vita si associa un sottofondo musicale che entra di diritto nei ricordi.

Insomma, è quasi impossibile trovare una persona che non la ascolti, che non si rilassi con la sua canzone preferita o che non la scelga come sottofondo in macchina o in casa quando si può concedere un po’ di relax.

Gusti musicali dopo i 30 anni – Cityrumors.it (PixaBay)

 

E, a proposito di canzone preferita, esistono tantissimi generi musicali e, di conseguenza, i gusti in fatto di musica sono tanti e diversissimi. C’è la musica pop, classica, rock; il genere blues, country. E chi più ne ha più ne metta, visto che ogni giorno viene fuori un mix diverso che dà vita a nuove varianti di musica.

Musica, gli adulti ‘non si aggiornano’: la situazione

Quando si parla di gusti musicali c’è però un particolare che probabilmente non tutti conoscono: secondo alcuni studi e sondaggi, fino ai 30 anni abbiamo un’apertura musicale più ampia e siamo propensi a scoprire nuovi brani. Dopo i 30 anni tutto cambierebbe e non siamo più disposti a dedicare del tempo alla musica che non conosciamo.

Il cosiddetto “open-earedness“, che tradotto in italiano è: “tenere le orecchie aperte”, cioè avere voglia di ascoltare cose nuove, si perde con gli anni. In particolare, uno studio effettuato su Spotify mostra che a 33 anni si smette di fare ricerche e scoprire nuovi generi musicali. Tendenzialmente i giovani ascoltano la musica contemporanea e i meno giovani, invece, sono affezionati alla musica del passato.

Fino ai 30 anni apertura musicale più ampia – Cityrumors.it (PixaBay)

 

I motivi? Ajay Kalya, un informatico americano che lavora per Spotify ha spiegato che “non si tratta solo di essere prevenuti, ma è anche una questione di percezione“. In particolare le cause sono tre: maturazione psicosociale, evoluzione del gusto legato a stimoli noti che rilasciano dopamina e mancanza di tempo da dedicare alla scoperta di nuova musica; un altro motivo che provocherebbe la perdita d’interesse per la musica nuova è il fatto che i brani del passato vengono riconosciuti come familiari.

Arianna Di Pasquale

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