Non è soltanto un gesto d’affetto, ma ha anche tante implicazioni benefiche sull’organismo e sull’autostima personale
Un abbraccio vale più di mille parole. Su questo siamo tutti d’accordo, tanto che oggi, domenica 21 gennaio, è ufficialmente la Giornata mondiale dell’abbraccio. Un piccolo gesto, di fondamentale importanza per tutto ciò che “produce” a livello emotivo e anche di salute. “La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita” scrive Paulo Coelho.
Ricordiamo che gli abbracci sono importanti fin dai primi attimi della nostra esistenza. Molti studi infatti dimostrano che il contatto del neonato con la mamma ha un effetto calmante e rallenta il battito cardiaco del bambino.
Un abbraccio è per sempre
Crescendo la situazione diventa più complessa e gli effetti si manifestano in relazione a più fattori, ma “sentire l’affetto” di un’altra persona attraverso un abbraccio è un modo efficace per combattere ansia, stress, infezioni e persino il raffreddore, con effetti benefici quindi sia sulla salute mentale sia su quella fisica, tanto che gli abbracci sono diventati la base di alcune terapie. Il tango, ad esempio, viene spesso utilizzato come terapia per persone affette da malattie neurovegetative come il Parkinson. Secondo uno studio dell’Università di Vienna, quando ci si scambia un abbraccio con un caro amico, viene rilasciato in circolo un ormone, l’ossitocina, in grado di ridurre lo stress e l’ansia, nonché la pressione sanguigna, e di aiutare a migliorare la memoria.
Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria e direttore del dipartimento di salute mentale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo conferma che “L’abbraccio sottintende due cose: la prima è il contatto fisico, l’altro aspetto è quello dell’accoglimento dell’altro”, spiega, “Abbracciarsi significa avere la sicurezza che qualcuno si prende cura di te. Si abbraccia per consolare e per calmare, per esprimere la gioia di vedersi e quando ci si congeda da una persona l’abbraccio significa, come lo è anche quello della mamma, vai e cammina nel mondo, sapendo che ci sono. Questo è rassicurante”.
Una magica alchimia
Durante l’abbraccio si attivano dei neurotrasmettitori e viene stimolata la produzione di endorfine, che abbassano la soglia del dolore e favoriscono lo stato di benessere, il respiro si sincronizza, il battito cardiaco si riduce, vengono attivati altri ormoni e neurotrasmettitori che portano a un miglioramento dell’umore, apportando una sensazione di benessere e felicità correlata al rilascio di serotonina. Questo porta a rinforzare il sistema immunitario, incrementa l’autostima e attenua l’ansia. Ma il contatto fisico è talmente importante tanto da essere considerato una vera e propria medicina. Un abbraccio è una forma di comunicazione non verbale potentissima. E non vale solo per gli “umani”, la pet therapy infatti è molto utilizzata soprattutto con persone anziane, malati o disabili, perché il contatto con gli animali, non solo cani, può far parte di un percorso terapeutico molto efficace. Accarezzare un gatto, o un cane, ascoltarne le fusa ha un effetto positivo su frequenza cardiaca e pressione arteriosa. Spesso si impiega la pet therapy anche per l’Alzheimer e altre forme di demenza senile, infatti diverse strutture residenziali hanno adottato cani e gatti per gli ospiti.
E allora, ascoltando il suggerimento della nota psicoterapeuta statunitense Virginia Satir, da oggi in poi, ricordiamo che ci servono 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 per stare bene e 12 per migliorare il nostro stato di salute psicofisica ed evolvere. La prossima volta che incontriamo un amico facciamolo a braccia aperte.