Il cambio dell’ora inciderà anche sulla salute: quali sono i rischi e come prevenirli. Il parere dell’esperto.
Anche quest’anno tra sabato 28 e domenica 29, le lancette dell’orologio torneranno indietro di un’ora come avviene tutte le primavere (ora solare) e in autunno. Il cambio dell’ora è una specie di jet lag, al quale il corpo deve necessariamente abituarsi. Ma quali sono i rischi?
Nei giorni immediatamente successivi al cambio dell’ora, si registra un aumento degli infarti, infortuni sul lavoro e incidenti stradali. Secondo gli esperti, incide anche sul sonno e secondo la Società italiana di endocrinologia impatta anche sul metabolismo.
In un’intervista al Fatto Quotidiano, Giuseppe Plazzi, direttore del centro del sonno Irccs di Bologna spiega che “il problema principale dal punto di vista della salute riguarda proprio il periodo di passaggio, anche se in particolare sembra essere più problematica la transizione primaverile tra ora solare e ora legale”.
Il professore cita diversi studi che dimostrano un lieve “incremento di incidenza di patologie cardiovascolari acute (soprattutto infarti) e ictus nei giorni successivi al cambio dell’ora”.
Ciò “potrebbe dipendere dall’effetto di una parziale deprivazione acuta di sonno, mentre l’organismo cerca di riadattarsi al nuovo ciclo, con associato aumento di attività del sistema nervoso autonomico simpatico (con effetti come tachicardia e ipertensione arteriosa) e aumentato stato infiammatorio sistemico”.
Tra gli effetti, riporta Il Fatto, anche il peggioramento dell’umore e addirittura l’aumento dei suicidi.
Ogni anno si dibatte se eliminare o meno l’ora solare. Il professor Plazzi non entra nel merito della questione economica ed energetica ma spiega che “l’ora legale permanente potrebbe in effetti essere una soluzione percorribile dal punto di vista della salute”.
Ma cosa possiamo fare noi per contenere i rischi? Plazzi spiega che “è fondamentale mantenere quella che viene definita una “regolare igiene del sonno”. Che significa mettersi a letto solo quando si deve dormire, alzarsi quando ci si sveglia, evitare l’esposizione alla luce dei computer, della tv o dei cellulari prima di mettersi a letto.
E adattarsi all’orario in modo graduale, anche se al Fatto l’esperto spiega che per chi lavora è difficile. Infine, “non ricorrere autonomamente a farmaci, soprattutto ipnotici, senza supervisione medica, perché si rischia di instaurare circoli viziosi di alterazione dei ritmi del sonno”.
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