Secondo un rapporto dell’associazione no profit Oxfam, lo stile di vita di una piccola percentuale di persone ricche produrrebbe la quota di emissioni nocive dei due terzi della popolazione mondiale
Nell’Unione europea, tutti quelli che rappresentano la quota dell’1% del segmento più ricco della popolazione emettono in media 14 volte più CO2 del 50% della popolazione con il potere d’acquisto minore. È quanto risulta dai dati di Oxfam, l’ong che propone la creazione nell’Unione di una tassa sulla ricchezza per combattere la crisi climatica e le disuguaglianze.
Un rapporto che potrebbe modificare radicalmente l’approccio all’inquinamento atmosferico che, secondo alcuni, sarebbe la causa principale di cambiamenti climatici e altri disastri in natura. Oltre ad aver messo in moto quel processo di transizione ecologica che per il momento è sembrato più un motivo per far spendere ancora più soldi ai comuni cittadini.
Un rapporto sorprendente
C’è poco da dire. Potrebbe essere l’alba di una nuova era nel rapporto con l’inquinamento atmosferico, quell’emissione continua di anidrite carbonica che, secondo molti studiosi, ha contribuito a modificare le condizioni climatiche del nostro pianeta. Secondo il rapporto dell’organizzazione non profit Oxfam, che viene pubblicato una settimana prima dell’inizio della conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28 a Dubai, il 10% più ricco della popolazione emette le stesse emissioni della metà più povera. Questa differenza nelle emissioni è dovuta al fatto che i più ricchi hanno “stili di vita sempre più lussuosi e opulenti” mentre “la gente comune soffre per l’aumento dei costi e dalle gravi conseguenze di ondate di caldo, inondazioni e smottamenti causati dall’avidità umana”. In pratica, secondo il rapporto, nel 2019, l’1% più ricco in termini di reddito della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di Co2 pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia i due terzi dell’umanità e, cosa ancora più grave, queste emissioni causeranno 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, di cui la maggior parte entro il 2030.
Stile di vita sbagliato per il pianeta
La inequivocabile disuguaglianza, dello stile di vita di una piccolissima percentuale di “privilegiati” con il resto del mondo non solo è enorme, ma è anche alla base dell’ingiustizia climatica, considerando che i principali responsabili di queste emissioni sono anche quelli che ne subiscono meno le conseguenze, mentre le popolazioni più vulnerabili sono anche quelle che ne subiscono le conseguenze più devastanti. I super ricchi tra jet privati, yacht megagalattici, villone superlusso e turismo spaziale conducano una vita super inquinante. Basti sapere che, sempre secondo il rapporto di Oxfam, nel 2019 questi quasi 80 milioni di individui ricchi hanno immesso in atmosfera il 16 percento del carbonio complessivo rilasciato nel corso dell’anno, pari a quasi 6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente. Un dato addirittura superiore a tutte le emissioni emesse nell’atmosfera dall’intero parco auto circolante sulla Terra. E’ stato calcolato che, per emettere la stessa quantità media di CO2 dei miliardari da parte di qualcuno al di fuori di quel segmento ci vorrebbero 1.500 anni. Ecco perchè, la stessa associazione ong da anni si batte per un aumento dell’imposizione sui grandi patrimoni che consentirebbe di raccogliere fino a 1.400 miliardi di dollari all’anno, risorse vitali che potrebbero in parte contribuire, se appropriatamente veicolate, ad aiutare i Paesi in via di sviluppo, i più colpiti dalla crisi climatica.