E’ arrivata la decisiva e finale autorizzazione da parte dell’Unione Europea per fare in modo che possano arrivare i “nuovi” cibi che arrivano da Oriente
Un cambio di marcia imposto dall’Europa. Ora insetti e tanto altro potranno arrivare tranquillamente sulle tavole di tutti i paesi europei, inclusa l’Italia. Bisognerà vedere come si schiererà il governo che col ministro Lollobrigida in testa, è da sempre contro questa nuova tendenza.
Il futuro dell’alimentazione si avvicina a grandi passi al nostro presente. Dopo l’autorizzazione da parte della Commissione Ue al commercio della polvere di larve, il tema dei cosiddetti novel food è tornato prepotentemente alla ribalta. Bruxelles aveva “legalizzato” i nuovi alimenti già a gennaio 2018, con un regolamento apposito.
Dagli insetti alle meduse, piante semisconosciute e organismi minuscoli: la categoria dei “cibi del futuro” si fa più pressante in un mondo in cui il cambiamento climatico minaccia milioni di animali e vegetali, inclusi quelli tipici dei nostri attuali regimi alimentari.
Ecco cosa sono i novel food
Ma esattamente cosa sono i “novel food“? Sono bene o male quei prodotti alimentari che non rientrano nelle tradizioni e nei gusti europei, almeno per ora. Queste tipologie di cibo devono passare controlli di sicurezza ed essere autorizzati in via ufficiale. I novel food possono dunque comprendere alimenti sconosciuti a noi europei ma utilizzati in altre zone del mondo (anche in passato), come anche cibi innovativi e di nuova concezione, prodotti utilizzando nuove tecnologie e nuovi processi di produzione.
E si parla di insetti e larve, presenti in quantità incredibili in tante zone del mondo. Per non parlare del plancton e dell’olio di krill (una sortia di gamberetti piccolissimi), la base della catena alimentare in mari e oceani.
Parliamo anche di prodotti agricoli provenienti da Paesi terzi, come i semi di chia o il succo del noni (un superfrutto tipico della Polinesia). Nonché di alimenti derivati da nuovi processi di produzione, ad esempio latte, pane funghi e lievito trattati con raggi ultravioletti.
La richiesta di autorizzazione di un novel food deve essere presentata direttamente alla Commissione Ue e non più alle autorità dei singoli Stati membri come prevedeva invece il precedente regolamento. A decidere se l’alimento è sicuro per i consumatori è poi l’Efsa (European Food Safety Authority). Se è tutto ok, il “novel food autorizzato” viene inserito nell’Union List, l’elenco comunitario in cui sono pubblicate anche tutte le specifiche, dalla tipologia alimentare in cui viene classificato il cibo alle dosi consigliate. Il regolamento si applica anche agli alimenti non consumati nell’Ue ma già in commercio al di fuori dell’Ue.