Le grandi città europee si chiedono sempre più spesso se esiste un’alternativa al turismo di massa che preservi portafoglio e ambiente
Si è appena concluso ITB Berlin, l’esposizione internazionale del turismo e del viaggio, la fiera che presenta paesi, operatori turistici, sistemi di prenotazione, agenzie di trasporto, hotel e noleggio auto, dove si è sentito parlare molto di “destination duping“. Con questo termine, naturalmente mutuato dalla lingua inglese, si intende la tendenza del momento verso viaggi per destinazioni meno note, quasi da intendere come “duplicati” di mete più ambite. Questo per diversi motivi, il primo, così d’istinto, è relativo ai costi, naturalmente più bassi nelle località meno frequentate. Ma la questione è più complessa.
In tutto il mondo, i viaggi hanno registrato una massiccia ripresa dopo la pandemia. Con il traffico aereo di passeggeri che nel 2023 ha raggiunto quasi il 95% dei livelli pre-pandemici, molte destinazioni stanno affrontando nuovamente il timore dell’overtourism, che inquina il territorio, impoverisce e allontana gli abitanti dalle loro stesse case. Finché l’afflusso di visitatori non supera questa soglia, i turisti hanno la possibilità di usufruire dei servizi e delle prestazioni degli stessi residenti, oltre questa soglia i residenti sono costretti a usufruire dei servizi pensati per i turisti. E spesso le conseguenze portano alla sparizione delle botteghe, perché i piccoli commercianti sono spinti al fallimento da esigenze ben più urgenti come sfamare fiumi di gente e vendere gadget e souvenir.
La nuova moda
Negli ultimi tempi si stanno “provando” diverse soluzioni, come una tassa di soggiorno da addebitare ai turisti o incentivi per visitare mete meno battute. Ma c’è anche la grande tendenza a una sorta di autoregolamentazione da parte degli stessi turisti che, complici i prezzi sempre più proibitivi, tendono a individuare destinazioni insolite. Alternative convenienti inondano anche i social, partiti dai “dupe” nell’industria della bellezza, dove ci sono 5,9 miliardi di visualizzazioni per #dupe, sono arrivati fino al mondo dei viaggi. Le destinazioni “copia” sono una delle maggiori tendenze di viaggio del 2024, secondo la società di tecnologia di viaggio Expedia, i viaggiatori evitano le destinazioni più frequentate a favore di quelle meno conosciute e più economiche che offrono esperienze simili senza costi impossibili e sovraffollamento.
Mete alternative
Per questo i “nuovi turisti” scelgono Taipei invece di Seoul, Perth invece di Sydney, Pattaya invece di Bangkok, Palermo invece di Lisbona, Quebec City invece di Ginevra e Memphis invece di Nashville. Melanie Fish, la principale trend tracker di Expedia Brands, ha affermato che i duplicati sono come versioni più economiche dei marchi di lusso. “Sono destinazioni un po’ inaspettate, a volte più convenienti, ma altrettanto deliziose quanto i luoghi collaudati che i viaggiatori amano”, ha scritto nel rapporto dell’azienda”.