Una tradizione che si fonda sull’intreccio attorno ad un palo di ventiquattro nastri colorati: come funziona
Lucio Santori e Silvia Peña sono una coppia nata 34 anni fa. Il loro amore è nato dal famoso “laccio d’amore”, un antico ballo di folclore di Penna Sant’Andrea, paese in provincia di Teramo. «Ci conosciamo – spiega Lucio – nell’agosto del 1989, appena termina l’incontro di folclore a Penne. Quando ci penso rivivo l’emozione per aver incontrato Silvia. Il 15 settembre torna in Messico ma due mesi dopo rientra definitivamente in Italia. Il 13 dicembre dello stesso anno ci sposiamo in Comune. È stata una giornata indimenticabile». Anche la moglie, Silvia, conferma quanto raccontato dal marito: il “laccio d’amore” è stato fondamentale nella loro storia, e ha segnato il loro destino.
«Nel 1989 – racconta la donna – ero in Italia con il mio gruppo di folclore messicano. Gli incontri di folclore sono un’opportunità per conoscere persone provenienti da paesi diversi. Il giorno del matrimonio siamo stati onorati dalla presenza del gruppo: abbiamo ballato e indossato un sombrero. Adesso abbiamo tre figli, un maschio e due femmine: due di loro hanno partecipato al “laccio d’amore”. Mio figlio è particolarmente appassionato. Quando torna in Italia, partecipa ai matrimoni e balla insieme al suo gruppo. Adesso lavora a Londra. La primogenita invece è sposata. Abbiamo anche due nipotini».
Il ballo di cui stiamo parlando, il “laccio d’amore”, è caratterizzato dall’intreccio attorno ad un palo di ventiquattro nastri colorati, tenuti da dodici coppie di ballerini e da una serie di intrecci ed esecuzioni di danza. Arianna Fabri, presidente dell’associazione culturale il “laccio d’amore”, ha spiegato il suo significato: «Il ballo racconta la storia d’amore dei due fidanzati. Il saltarello è la prima fase dell’incontro tra il ragazzo e la ragazzo. Poi c’è il trallallero: il secondo ballo in cui l’uomo viene rifiutato da tutte le altre donne. La polka rappresenta il fidanzamento e, infine, l’intreccio dei lacci simboleggia il matrimonio. Il laccio è un buon auspicio per i matrimonio e per i raccolti. Se l’intreccio riesce il matrimonio va a buon fine».
Arianna Fabbri continua il racconto: «Arrivano gruppi da diverse parti del mondo. L’incontro dura tre sere: nelle prime due si alternano i gruppi italiani e nella terza sera stranieri. I partecipanti hanno dai 15 ai 25 anni. Lo storico ballerino del gruppo ha 52 anni. C’è anche la squadra dei più piccoli, tra i 5 e i 6 anni. Siamo alla quarantacinquesima edizione ma il laccio a Penne, in provincia di Pescara, ha origini antiche: esiste da 400 anni. Abbiamo partecipato al matrimonio di Umberto Primo di Savoia nel 1929 e nel 1987 all’inaugurazione dei mondiali di atletica di Roma». Dal 2005, su richiesta di Cesare Baiocco, il “laccio d’amore” è “patrimonio indisponibile” della Regione Abruzzo grazie ad una legge regionale.
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