Le pizze horror nel mondo esposte a Napoli: con la carne di pollo, di zebra, all’ananas e allo yogurt

Nel “Villaggio della Coldiretti” a Napoli un viaggio della paura tra i modi più assurdi e disparati, i condimenti più strani di preparare una pizza al piatto

Ha aperto giovedì 7 dicembre, a Napoli, in piazza Municipio, il Villaggio della Coldiretti, in occasione dell’anniversario dell’iscrizione dell’arte del Pizzaiuolo Napoletano nella lista del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, il 7 dicembre 2017. Il tema della rappresentazione infatti è proprio quello della tipica specialità napoletana famosa in tutto il mondo: la pizza.

Un’istituzione tutta italiana – Cityrumors.it

 

Il tempo passa, ma la pizza resta il nostro cibo preferito. Secondo una recente indagine infatti, circa 9 italiani su 10 la mangiano una volta a settimana. E 4 su 10 addirittura due. Quella tonda, realizzata con ingredienti di qualità, resta ancora la preferita. E spesso a guidare la scelta è la ricerca di prodotti di filiera e ingredienti Made in Italy, oltre alla leggerezza degli impasti, fattori per i quali i consumatori sono disposti anche a pagare di più.

Una vera istituzione

Per gli italiani resta un’istituzione. La pizza viene consumata una volta la settimana dal 86% degli italiani e dal 40% anche due volte. Tra i giovani impazza: tra i 18 e i 24 anni ci si spinge a consumarla anche tre volte la settimana. Una tendenza che mostra un cambio di passo e mentalità: dall’analisi emerge che la pizza non è più percepita come un alimento da consumare con moderazione perché che fa ingrassare o perché pesante (lo pensano solo rispettivamente il 5% e il 3% degli intervistati), ma piuttosto come un cibo da condividere in compagnia, con gli amici e in famiglia. Sulla scelta del tipo di pizza una volta seduti al tavolo l’italiano non ha mai dubbi, resta sul classico. Margherita, Capricciosa, Napoli, 4 formaggi e poco altro lasciato alla fantasia, piuttosto è disposto a spendere qualcosa in più alla ricerca di una pizza è preparata con ingredienti di qualità, ma non deroga assolutamente alla tradizione delle pizze nostrane.

La pizza all’ananas, esempio dello scempio perpetrato su un piatto tipico – Cityrumors.it

 

La pizzeria degli orrori

All’estero purtroppo (per loro) non funziona proprio così. La pizza oramai viene consumata ad ogni latitudine e ad ogni orario, ma condita e arricchita con ingrediente del tutto particolari, che farebbero inorridire più di un pizzaiolo nostrano. Una  vera e propria pizzeria degli orrori”, per denunciare le ricette più strane e disgustose censite nei cinque continenti, dove l’arte della pizza italiana viene stravolta nelle versioni più improbabili e i condimenti più bizzarri, è stata inaugurata dal 7 dicembre a Napoli, in piazza Municipio, nel Villaggio della Coldiretti. Dalla famigerata pizza all’ananas a quella alle banane, fino alle pizze condite con la carne di canguro e zebra o, addirittura, con serpenti e grilli, con il pollo tandoori immerso nello yogurt e quella con la cannabis: in giro per il mondo si trova di tutto e oltre un italiano su tre si è detto deluso dalla pizza presa mentre era in viaggio all’estero. Una vera e propria denuncia sembra essere quella lanciata dal villaggio della Coldiretti, anche per difendere una tradizione che da sempre ci viene riconosciuta. Garantire l’autenticità della ricetta e dell’arte della preparazione”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “significa anche difendere un piatto parte integrante della nostra tradizione minacciata dalla diffusione di falsi prodotti Made in Italy che hanno raggiunto i 120 miliardi di euro, praticamente il doppio delle nostre esportazioni, sottraendo posti di lavoro e crescita all’Italia“.

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