“In gran parte delle attuali linee guida non ci sono raccomandazioni dedicate a come gestire il mal di schiena negli anziani, che sono la quota maggiore di pazienti: spesso vengono loro prescritti farmaci più ‘pesanti’ rispetto a chi è più giovane – sottolinea la coordinatrice dello studio Manuela Ferreira dell’Università di Sydney – ma analgesici potenti possono avere un impatto negativo sulla funzionalità o la qualità di vita degli anziani e anche interferire con gli altri medicinali che spesso assumono. Serve maggiore attenzione nella gestione del mal di schiena, perché per esempio la ricerca ha dimostrato che l’efficacia di alcuni interventi ritenuti comunemente utili è ancora ignota o in discussione”.
“Osteopatia, chiropratica, massaggi e agopuntura hanno un’efficacia soggettiva che dipende da tanti fattori, tra cui la collaborazione del paziente e la sua capacità di ‘lasciarsi andare’ e rilassarsi nelle mani del terapeuta; proprio per questo non tutti sono i giusti candidati alle tecniche passive”, specifica Paolo Grossi, già direttore Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione e Terapia del Dolore Asst Centro Ortopedico Traumatologico Pini – Cto di Milano.
“Questi metodi tolgono il dolore, ma l’effetto non dura nel tempo e se non sono associati ad altre terapie possono aumentare il rischio di ricadute, riducendo inoltre la loro efficacia con il passare del tempo: le manipolazioni per esempio sono utili per 2-3 sedute con cui risolvere il fatto acuto, poi bisogna muoversi attivamente con esercizi su misura. Solo durante le fasi più acute del dolore è consigliato un riposo assoluto, ma poi è bene cercare di riprendere le attività quotidiane prima possibile. Il mal di schiena va curato con esercizi specifici, attività fisica regolare e imparando a gestire la quotidianità, senza mai mettersi fermi”, conclude Grossi.