Esistono tantissime diete, una delle più conosciute è quella iposodica: ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
Le diete sono tantissime e molto spesso vanno anche a periodi, ossia di tanto in tanto spunta qualche nuovo tipo di alimentazione che diventa subito seguitissimo. Detto questo però è importante non trascurare un dettaglio: prima di iniziare una dieta, qualunque essa sia, è bene rivolgersi agli esperti per capire se un determinato tipo di alimentazione può andare bene per la propria salute.
Tra le diete più in voga del momento c’è anche quella iposodica, che prevede il consumo di cibi privi di sale (NaCl) aggiunto, evitando quelli salati in fase di lavorazione industriale o casalinga. Inoltre, la dieta in questione, esclude anche tutte le molecole additive contenenti sodio, come ad esempio il glutammato di sodio e il bicarbonato di sodio.
Ma molti si domandano: il sale fa bene o fa male? A fare chiarezza sull’argomento è stata a Vogue Rose Ferguson, nutrizionista, medico di medicina integrativa con la propria clinica a Harley Street a Londra, ma non solo. Già modella di successo degli anni 90, è stata definita da British Vogue “la Miu Miu girl originale” e proprio per Miu Miu è eccezionalmente tornata sulle passerelle durante la più recente Fashion Week milanese.
La funzione del sale
“Il sale non è solo un alimento da cucina, ma una necessità biologica – spiega Rose Ferguson – Il sale, o cloruro di sodio, gioca un ruolo vitale e orchestra un delicato equilibrio nel nostro corpo. È fondamentale per mantenere l’equilibrio dei liquidi, assicurando che le nostre cellule non siano né troppo gonfie né troppo disidratate. Inoltre facilita gli impulsi nervosi e le contrazioni muscolari, rendendo possibile dal battito cardiaco al battito delle ciglia. Il sale aiuta persino l’assorbimento dei nutrienti, dimostrando che il suo ruolo nel nostro organismo è tanto ampio quanto vitale”.
“Orientarsi nel mondo del consumo di sale può essere complicato – prosegue la nutrizionista – La linea guida, per un adulto sano, è di non più di 6 grammi al giorno. Questa indicazione è come un faro che può farci orientare in questo complicato panorama. Questa quantità di sale include tutte le fonti, dal pizzico di sale che aggiungiamo alla pasta, ai cristalli di sale nascosti negli alimenti industrializzati e lavorati. Raggiungere questo equilibrio non è solo una sfida culinaria ma anche un imperativo per la salute”.
“Un’assunzione eccessiva di sale ha il suo peso sulla salute – aggiunge l’esperta – È un elemento centrale nello sviluppo dell’ipertensione, che a sua volta crea le premesse per disturbi cardiaci e circolatori. L’eccesso di sale può anche affaticare i reni, e causare la perdita di calcio nelle ossa. Nel quotidiano l’eccesso di sale può manifestarsi come ritenzione idrica, gonfiore e malessere, che costituiscono piccoli segnali di uno squilibrio alimentare più ampio”.
“Scendere sotto il livello del sale necessario al nostro organismo non è una situazione molto comune, eppure le sue implicazioni sono significative – conclude Rose Ferguson – L’iponatriemia, una condizione in cui i livelli di sodio precipitano, può manifestarsi con sintomi che vanno dal mal di testa a gravi danni neurologici. Sebbene la nostra dieta moderna spesso compensi in modo eccessivo alla mancanza di sale, la consapevolezza di questa condizione sottolinea l’estremità in difetto dello spettro del sale”.