Esistono dei vincoli di legge che occorre rispettare per le caldaie. Quando scatta la necessità di cambiare il generatore di calore?
Orami la stagione invernale è entrata nel periodo più intenso e l’uso della caldaia per il funzionamento del sistema di riscaldamento è diventato inevitabile. Con il riscaldamento è connessa la questione del consumo energetico e quindi quella dei costi in bolletta.
Non solo, è importante considerare l’impatto ambientale che può avere un sistema di generazione di calore. Effetti che sono regolati dalla normativa vigente al fine di evitare il fonti di inquinamento eccessive. A questo punto è lecito chiedersi quando occorre cambiare la caldaia di casa e quali sono le leggi alle quali si deve fare riferimento. Ecco qualche informazione utile.
Caldaia, quando va sostituita?
Intanto per capire come comportarsi occorre introdurre due importanti Direttive europee che bisogna considerare. La prima è quella nota come Ecodesign, l’altra indica l’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento. Queste direttive impongono che non siano più immesse sul mercato caldaie tradizionali a camera stagna a partire dal 25 settembre 2015. Inoltre per legge bisogna apporre all’impianto di riscaldamento, compresa la caldaia, l’etichettatura energetica con la classe di appartenenza (A, A+, A++ e così via) come per gli elettrodomestici.
Le direttive europee non indicano la data di scadenza della caldaia, ma vietano la produzione e commercializzazione di caldaie tradizionali a camera stagna, dopo il settembre 2025. Quello che conta è il rispetto della normativa per la manutenzione e lo scarico dei fumi.
Ci sono poi le normativa regionali da considerare. Per esempio in Lombardia le caldaie con più di 15 anni devono dimostrare che l’efficienza energetica globale media stagionale della caldaia sia superiore a un valore prestabilito al 31 luglio di ogni stagione seguente. In caso contrario va cambiata obbligatoriamente.
Quindi bisogna valutare se il proprio impianto mostra una serie di anomalie di funzionamento che non vale più la pena di riparare, perché continue oppure se l’impianto ha una vita superiore ai 10-15 anni. In questa eventualità, le prestazioni di solito peggiorano e i consumi energetici aumentano, con conseguenze immediate in bolletta. Un apparecchio tradizione è meno efficiente con il tempo. I consumi crescono fino al 30% rispetto a un impianto a condensazione.
Da tenere a mente che comunque si possono ancora sfruttare per il 2024 anche delle agevolazioni per la sostituzione della caldaia che consentono dei notevoli risparmi sul fronte fiscale dal bonus ristrutturazione all’Ecobonus. Infine da considerare che un impianto obsoleto può facilmente avere delle perdite di monossido di carbonio o di metano con problemi seri per la sicurezza domestica.