Nel centro di Verona, una famiglia di pasticceri porta avanti da generazioni il Nadalin, l’antenato del pandoro
Il periodo natalizio è anche il periodo di profumi speziati e dolci tradizionali. Il Natale è infatti un’occasione per gustare le tradizionali prelibatezze e nonostante siano sempre le stesse, ogni anno ci catturano con il loro sapore, capace di risvegliare ricordi lontani e farci sentire parte di qualcosa. Perché ogni luogo, ogni regione, ha i propri dolci tipici, le cui ricette vengono tramandate di generazione in generazione, e l’Italia è un collage di infinite tradizioni, anche e soprattutto in cucina.
In questo periodo la tradizione affronta puntualmente una sorta di “duello”, quello tra il pandoro e il panettone. Ma, tra i due contendenti, il terzo gode, soprattutto nella zona di Verona. Qui, oltre ai tipici dolci appena menzionati, il Nadalin, dolce tipico di Verona, riscuote un discreto successo. Inventato nel Duecento per festeggiare il primo Natale sotto la signoria della famiglia Della Scala, la sua ricetta nasce quando i Signori di Verona diedero l’incarico a un pasticcere locale di creare un dolce che rappresentasse la grandezza della città.
E’ considerato l’antenato del pandoro, sempre di tradizione veneta, ma è meno burroso e fragrante, più compatto e dolce. Molti lo preferiscono perché lo ritengono più tradizionale. Per molti secoli, nelle case dei veronesi veniva impastato il Levà (dolce lievitato), appunto il Nadalin. Un dolce nobile e prezioso che le pasticcerie veronesi ogni anno sfornano per le feste, una tradizione che continua. Il suo aspetto di pandolce basso a otto punte lo collega a numerose leggende: da quella che l’accosta alla cometa dei Magi, al rito pagano di luminosità ed energia simboleggiato dal sole.
E’ per questo che la famiglia Flego di Verona, proprietaria di una pasticceria, si batte da tempo per conservarne memoria e gusto, preparando un prodotto artigianale, come altre poche pasticcerie del centro storico di Verona. In città tutti conoscono Flego, che da anni delizia tutti con dolci di altissima qualità, materie prime di eccellenza e metodi di lavorazione “di un tempo” . Infatti, dagli anni Cinquanta, il primo laboratorio della famiglia, gestito da Giuseppe Flego, ha ripensato il Nadalin in una versione più voluminosa e fragrante, senza conservanti e, asso nella manica, ha deciso di proporlo durante tutto l’anno, anche servito a fette da consumare in loco.
Rispetto al dolce nato a fine ottocento dalle mani di Domenico Melegatti, la preparazione del Nadalin è più semplice e veloce, senza quei laboriosi rimpasti che caratterizzano lievitazione del Pandoro. Il risultato è un dolce soffice e molto gustoso, il cui sapore è arricchito dalla frutta secca che completata la glassatura realizzata in superficie.
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