Si può guarire dalla depressione? A quanto pare la risposta c’è ed è sì: tutto quello che serve sapere in merito
Molte le persone che si sono chieste (e continuano a farlo) se esiste un metodo, un qualcosa o altro che serva per poter eliminare completamente la depressione che vive dentro di noi. Come annunciato in precedenza la risposta c’è ed è positiva. In che modo? Basterà optare per un metodo matematico. Lo stesso che è basato sull’interconnessione dei sintomi per la probabilità di guarigione dalla depressione maggiore. Questo è quello che ha annunciato l’Iss grazie ad un suo studio.
Il tutto è stato pubblicato sulla rivista “Nature Mental Health“. In questo modo si va a modificare l’attività del cervello ed il suo comportamento. Un passaggio fondamentale per il benessere mentale e non solo.
Come combattere la depressione? Grazie ad un metodo matematico
Queste sono alcune delle parole che ha rilasciato Igor Bianchi, appartenente al Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale dell’Istituto Superiore di Sanità: “L’obiettivo era dimostrare come la plasticità possa essere misurata matematicamente valutando la forza della connettività nella rete dei sintomi.
In particolar modo la frequenza dei sintomi della depressione si tendono a modificare assieme. Nel caso in cui la sincronia dovesse continuare ad essere maggiore, nella variazione dei sintomi, allora più alta sarà la coerenza del sistema e minore la sua plasticità“. Nel corso di questi studi sono stati esaminati i dati del National Institute of Mental Health degli Stati Uniti. Al test hanno partecipato 4000 soggetti depressi.
Una analisi che va a misurare la capacità dei pazienti di modificare il proprio stato depressivo: “Abbiamo dimostrato come la forza della connettività dei sintomi fosse più debole nei pazienti che avrebbero successivamente mostrato una maggiore plasticità, presentando un miglioramento significativo (responders), rispetto a quelli che avrebbero invece mostrato un miglioramento meno sensibile (non-responders)“.
In conclusione Bianchi ha aggiunto: “Abbiamo evidenziato una correlazione significativa tra la connettività dei sintomi ed il miglioramento dello stato depressivo. Questa operazione tende a fornire uno strumento matematico utile per predire la resilienza, la vulnerabilità e il recupero. Senza dimenticare che può aprire la strada verso nuovi approcci nella prevenzione e nel trattamento del disturbo depressivo maggiore e dei disturbi psichiatrici“.