Conosciamo già i danni provocati dal fumo: oggi, tuttavia, una recentissima ricerca fa scattare un nuovo allarme per i fumatori incalliti.
Il fumo, un vizio che da decenni tiene in scacco la salute pubblica, continua a rappresentare una sfida significativa in tutto il mondo. Nonostante le campagne anti-tabacco e le crescenti consapevolezze sugli effetti dannosi, il numero di fumatori rimane notevole. E chissà che oggi questa nuova minaccia non possa convincere molti a smettere.
Non che di rischi gravi non ve ne siano già abbastanza. Il fumo è strettamente legato a una vasta gamma di malattie croniche, tra cui il cancro, le malattie cardiache e respiratorie. I costi sanitari associati al trattamento di queste patologie sono ingenti, mettendo a dura prova i sistemi sanitari globali. Oltre ai rischi per la salute, il fumo ha un impatto sociale ed economico significativo.
La dipendenza da nicotina potrebbe influenzare negativamente il rendimento lavorativo e la qualità della vita, creando una dipendenza che va al di là del solo rischio fisico. Numerose iniziative anti-tabacco sono state messe in atto nel corso degli anni, comprese restrizioni pubbliche sull’uso del tabacco, campagne di sensibilizzazione e programmi di cessazione tabagica. Tuttavia, sfidare la dipendenza profonda che il fumo crea richiede sforzi continuativi.
La lotta contro il vizio del fumo richiede un approccio collettivo. Educare la comunità sui rischi, promuovere programmi di prevenzione e fornire supporto a coloro che cercano di smettere sono elementi fondamentali nella riduzione dell’incidenza del fumo. Fornire, dunque, notizie che spieghino nel dettaglio le conseguenze di alcune abitudini è utile per sensibilizzare la popolazione.
Un recente studio avrebbe svelato che avere il vizio del fumo potrebbe, alla lunga, rendere meno intelligenti. La corteccia frontale superiore di entrambi gli emisferi cerebrali, la corteccia frontale media rostrale, quella frontale orbitale mediale nell’emisfero sinistro e la corteccia precentrale nell’emisfero destro risentono moltissimo del fumo cronico. E queste aree sono esattamente quelle impegnate nelle funzioni esecutive, tra cui la soluzione dei problemi, notoriamente identificato come un ambito in cui serve molta intelligenza.
Ebbene, i ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis e del Research Triangle Institute International del North Carolina, con uno studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry sostengono che una storia di fumo quotidiano è fortemente associata a riduzione del volume cerebrale. Secondo i loro rilievi, i fumatori incalliti avevano perso 22.964 millimetri cubi di cervello, equivalenti a 0,001grammi di materia grigia. Per gli scienziati, dunque, con il fumo si perdono pezzi del substrato neuronale che sta alla base di comportamenti cognitivi complessi come quello decisionale.
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