Il popolare social cinese prepara a chiudere le sue attività negli Stati Uniti dal 19 gennaio prossimo quando scatterà il divieto ordinato dal Congresso e dalla Casa Bianca
La Corte Suprema americana ha conferma la legge che vieta TikTok negli Stati Uniti da domenica prossima 19 gennaio, respingendo il ricorso della società che aveva chiesto di abolire la norma nel nome della libertà di espressione. Ora la palla torna alla Casa Bianca per la ratifica definitiva lasciando la decisione nelle mani di Donald Trump che sta per insediarsi come presidente degli Stati Uniti.
Negli ultimi mesi, i legislatori di Stati Uniti, Europa e Canada hanno intensificato gli sforzi per limitare l’accesso a TikTok, la popolarissima app di video in formato breve di proprietà della società cinese ByteDance, citando minacce alla sicurezza. La preoccupazione è che possano essere messi a disposizione dei dati sensibili degli utenti, come le informazioni sulla posizione, nelle mani del governo cinese. Facendo riferimento a leggi che consentono al governo cinese di richiedere segretamente dati alle aziende e ai cittadini cinesi per operazioni di raccolta di informazioni.
“Non c’è dubbio che, per oltre 170 milioni di americani, TikTok offra uno sbocco distintivo ed espansivo per l’espressione, un mezzo di coinvolgimento e una fonte di comunità”, ha scritto la Corte Suprema nella sua opinione sul caso. “Ma il Congresso ha stabilito che la cessione è necessaria per affrontare le sue preoccupazioni di sicurezza nazionale ben supportate in merito alle pratiche di raccolta dati di TikTok e alla relazione con un avversario straniero”.
In queste poche righe del comunicato ufficiale è stata stabilita la morte del social network più popolare al mondo, che, grazie ai suoi shorts video è diventata imprescindibile per milioni di utenti non soltanto negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Italia compresa. Insomma dalla mezzanotte del 19 gennaio, quando la legge dovrebbe entrare in vigore, vietando di fatto il download e l’aggiornamento dell’App, per milioni di utenti nulla sarà più come prima.
Nonostante le preoccupazioni sul trattamento dei dati, le implicazioni del divieto negli Stati Uniti non si riflettono automaticamente sull’Europa, anche se anche alle nostre latitudini da tempo si sta ragionando se non sia necessario prendere qualche provvedimento. Anche in Europa ad esempio, la piattaforma cinese è stata identificata come un “gatekeeper” nell’ambito del Digital Markets Act, una normativa che impone alle piattaforme di rendere trasparenti le proprie pratiche di raccolta dati e di operare in modo più equo.
Ma milioni di utenti sono in fermento perchè da domenica verrà automaticamente a mancare l’enorme mercato dei video americani, fatti di personaggi qualsiasi, ma anche di attori, attrici, cantanti, stelle dello spettacolo e del Jet set, che grazie ai short video postati sulla popolare app, rendevano partecipe milioni di fan e di appassionati alle loro gesta, sempre affamati di notizie. In Italia chi è riuscito a diventare famoso grazie a Tik Tok non corre certo per ora rischi, ma cosa penseranno tutti i semplici utenti che scrollano senza sosta e soluzione di continuità per l’intero arco della giornata, i profili degli altri a caccia di ispirazioni, idee, leggerezza, post di approfondimento e divulgativi che non trovano altrove?. Da domenica sera vedremo se molti sceglieranno di migrare su altre piattaforme, Instagram su tutte, oppure magari spunterà dal nulla un nuovo fenomeno social, che grazie proprio alla spinta degli utenti americani, potrebbe metterci pochissimo a mandare definitivamente in soffitta il social cinese.
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