Un’insospettabile città italiana spicca nella lista di 15 località di Fodor’s No List in vista delle vacanze 2025
Ogni anno la Fodor’s No List accende un riflettore su quei luoghi che, sotto il peso insostenibile di un turismo sfrenato, rischiano di veder compromessa la loro bellezza, identità e vivibilità. Si tratta di mete straordinarie, cariche di fascino e ricche di cultura, ma sempre più fragili di fronte a un flusso di visitatori che sembra non arrestarsi mai.
Da Bali a Kyoto, da Venezia alla North Coast scozzese, Fodor’s non chiede boicottaggi, ma invita a riflettere: “Il primo passo per risolvere un problema è riconoscerlo”. Un messaggio chiaro, che non vuole allontanare i turisti, ma renderli più consapevoli del loro impatto.
Il Vecchio Continente è in prima linea. Barcellona ha adottato misure drastiche per limitare gli affitti brevi, mentre Venezia ha introdotto un biglietto d’ingresso per chi visita la città in giornata. In Italia, anche Agrigento, eletta Capitale Italiana della Cultura 2025, è sotto pressione. La città siciliana, già alle prese con una crisi idrica, rischia di vedere peggiorare la situazione con l’aumento del turismo previsto per il prossimo anno.
E non sono solo le città d’arte a soffrire. In Scozia, la North Coast è alle prese con il turismo di massa che sta intaccando il fragile ecosistema costiero. A Mallorca e nelle Isole Canarie, la popolazione locale fatica sempre più a trovare abitazioni a prezzi accessibili, mentre il boom di visitatori ha fatto impennare i costi degli affitti. Lisbona non è da meno: qui il 60% degli appartamenti è destinato ai turisti, una situazione che ha provocato proteste da parte dei residenti, stanchi di essere messi da parte in favore dell’industria turistica.
Overtourism, tra paradisi naturali e nuove sfide
Dall’Europa all’Asia, il quadro non cambia. Bali, in Indonesia, è soffocata dall’inquinamento da plastica e da una costruzione alberghiera ormai fuori controllo. Koh Samui, in Thailandia, già piegata dai rifiuti, si prepara a un nuovo assalto turistico, alimentato dalla popolarità della serie The White Lotus, girata sull’isola. Kerala, in India, è alle prese con deforestazione e inquinamento, alimentati dal turismo di massa sulle sue spiagge e lungo i suoi famosi canali.
Anche le grandi città non sono immuni. A Kyoto, Giappone, il quartiere storico di Gion ha introdotto divieti per proteggere le geishe da comportamenti irrispettosi. A Tokyo, invece, il boom turistico alimentato dal deprezzamento dello yen ha messo sotto pressione le risorse locali, con il rischio di un sovraffollamento che si fa sempre più evidente.
Il caso dell’Everest è forse il più emblematico. Qui, i rifiuti lasciati dai turisti lungo le vette sono diventati un simbolo del nostro impatto negativo sul pianeta. Allo stesso modo, in Oaxaca, Messico, il turismo ha causato un’esplosione degli affitti, spingendo molti residenti a protestare contro la gentrificazione.
Visitare questi luoghi non è sbagliato, ma farlo con attenzione e rispetto è ormai un dovere. Un turismo consapevole è la chiave per preservare non solo le bellezze di queste mete, ma anche la dignità e la qualità della vita di chi ci vive ogni giorno.