Avere una giornata ricca di impegni è quasi un’abitudine ma questo ritmi caotici possono essere un campanello d’allarme: i motivi
Sempre più frequentemente capita di non avere momenti a disposizione per concedersi qualche minuto di relax durante la giornata. Le vite stanno diventando sempre più caotiche e non tutti hanno del tempo a disposizione per un caffè in compagnia, una pizza con gli amici o anche solo una passeggiata da fare prima di rientrare a casa.
Quante volte capita di organizzare una serata con persone care e poi doverla rimandare? Quanto spesso ci priviamo di qualsiasi hobby perché le giornate sono particolarmente impegnative? Ecco, queste sono tutte abitudini sbagliate.
Come riporta Vogue, secondo Neeru Paharia, professoressa di consumer-marketing all’Arizona State University che studia i pattern di comportamento dei consumatori, il concetto di tempo è simbolico e non utilitario, e soprattutto legato alla scarsità, come nei prodotti di lusso. Meno un prodotto è disponibile, più il suo valore percepito aumenta, ma la stessa cosa non vale per le persone. Essere sempre impegnati non rende superiori, anzi cela dei tratti irrisolti nel carattere e nel rapporto con se stessi, perché le persone che hanno poco tempo hanno poche risorse, per se stessi e per gli altri.
“Le persone sono motivate a essere impegnate perché non solo segnalano agli altri che sono importanti, ma dimostrano anche a se stesse che sono importanti”, afferma la dottoressa Paharia chiarendo che avere una vita ricca di impegni può essere una modalità di comportamento che denota una forma di insicurezza e cela qualcosa di irrisolto nel proprio rapporto con se stessi e con gli altri.
“Penso che molte persone cerchino di tenersi occupate perché è una distrazione da alcune delle più grandi domande esistenziali che sorgono sulla nostra vita qui sulla terra e sul tempo che trascorriamo qui. Quindi, creare un senso di impegno per se stessi può portare alla sensazione di avere una sorta di ragione d’essere, in un certo senso”, prosegue l’esperta.
“Credo che una delle cose da fare sia riflettere e pensare: ti rende felice? Ti rende felici programmare troppo, se è questo che state facendo? O vi sentite sopraffatti da questo? La seconda domanda da farsi è: qual è la paura che vi spinge a non avere un programma? È forse quella di non avere nulla da fare, di annoiarsi o di agitarsi? Ma a volte c’è una costrizione ad andare avanti“, conclude Paharia.
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