Secondo delle prime indiscrezioni apparse su alcuni quotidiani in edicola oggi, il governo starebbe pensando di tagliare la misura a sostegno delle famiglie
Il governo in carica, secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano “la Repubblica” in edicola oggi, starebbe valutando una possibile rimodulazione dell’assegno unico per i figli, una misura introdotta dall’ex primo ministro Mario Draghi nel 2021. L’esecutivo avrebbe pensato di modificare i criteri di accesso a questo beneficio, che attualmente prevede, a seconda dell’ISEE presentato, un massimo di 200 euro per figlio.
L’assegno unico e universale viene determinato sulla base della condizione economica del nucleo familiare verificata dall’Isee in corso di validità e quindi viene calcolato in base alla corrispondente fascia. L’importo dell’assegno è progressivo, dunque sarà più elevato al diminuire del valore dell’Isee.
Ipotesi di taglio
Continuano a fioccare indiscrezioni sull’operato del governo o dei membri appartenenti a esso o direttamente collegati. L’ultima in ordine di tempo è la notizia, apparentemente una vera e propria bomba fatta deflagrare ai danni dell’esecutivo attualmente in carica, pubblicata sul quotidiano “la Repubblica” in edicola oggi, per un possibile taglio all’assegno unico previsto per le famiglie più in difficoltà. Una misura fortemente voluta dall’ex primo ministro Draghi che è rimasta in vigore, al termine delle ultime elezioni politiche, anche dopo il varo del Governo Meloni. L’ Assegno unico e universale è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico attribuito per ogni figlio che può essere richiesto, dietro presentazione di un ISEE in corso di validità, fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. Oggi l’Assegno unico pesa sul bilancio dello Stato 20 miliardi di euro, con il costo che ogni anno aumenta per effetto dell’inflazione. Al pari delle pensioni e di altre misure assistenziali, infatti, l’importo della misura viene adeguato ogni anno al costo della vita, tanto che in soli due anni il costo è aumentato del 50% dato che nel 2022 incideva per 13 miliardi sul bilancio dello Stato.
Smentita categorica
I costi elevati e l’assenza delle famiglie straniere tra i beneficiari sono tra le principali ragioni che potrebbero spingere Palazzo Chigi a rivedere la misura. L’obiettivo è quello di rendere l’assegno unico più sostenibile e inclusivo, senza però perdere di vista il sostegno alla genitorialità, soprattutto in un contesto di forte denatalità. Tra le ipotesi allo studio, vi è quella di ridurre l’assegno base da 57 euro a figlio per le famiglie che non presentano l’ISEE o che hanno un ISEE superiore ai 45 mila euro. Più di 600 euro di risorse risparmiate che verrebbero destinate alle famiglie numerose, con disabili o con una storia di lavoro radicata in Italia. Una vera e propria rimodulazione di un sostegno comunque importante per le tante famiglie in difficoltà. Queste le anticipazioni a mezzo stampa, ma dal Ministero delle Economie e delle Finanze si sono comunque affrettati a smentire queste indiscrezioni definendole “fantasiose e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima Manovra”. Qualcuno come Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha definito la cancellazione totale dell’assegno unico addirittura “fake news”, immediatamente smentita anche dal ministro Giorgetti.