Un vero e proprio attacco che da alcune indicazioni potrebbe essere partito dagli stessi servizi libici per indebolire il governo italiano
Un attacco al cuore dei servizi segreti italiani. Una mossa per indebolire il governo italiano, soprattutto dopo quanto è uscito dall’espulsione di Almasri e il suo mancato arresto per il mandato di cattura internazionale da parte della corte penale dellAia. Una piccola rappresaglia che profumo di intrigo e attacco diretto.
Dopo quanto è successo sul caso del generale libico che l’Italia non avrebbe trattenuto a dovere e soprattutto potendolo fare, anche se la Meloni sostiene l’esatto contrario. A tal proposito ci sono alcuni personaggi importanti del governo italiano, quasi sotto voce, giorni fa, durante e dopo la tempesta, dicevano che avevano timori di “un attacco politico anche con il sostengo di qualcun’altro, all’estero”.
Parole pronunciate dal ministro degli Esteri Tajiani e guarda caso ecco che arriva l’attacco diretto proprio ai servizi segreti italiani con tanto di diffusione di documenti riservati e passaporti degli agenti italiani via social e su telegram. L’autore di questo “servizio” sarebbe Husam al-Gomati, oppositore libico, che ha trovato rifugio in Svezia.
Husam al-Gomati via Telegram e anche sui social da qualche giorno, ovvero da quando è accaduta la vicenda del generale Almasri, non fa che pubblicare documenti usciti dalla Procura generale libica, che rivelerebbero rapporti inconfessabili fra i servizi segreti italiani, fin dal 2017 ai tempi del governo Gentiloni, di centro sinistra, e soprattutto trafficanti di esseri umani.
L’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, attraverso il governo di Tripoli, aveva accordi e aiuti per per tamponare l’ondata di 181.337 sbarchi nel 2016 e iniziato a mettere in piedi la Guardia costiera libica. E questo atteggiamento da parte degli oppositori libici, vuole dire screditare e soprattutto mettere in cattiva luce l’intelligence italiana e di riflesso il governo italiano anche oggi.
Non a caso sono stati pubblicati anche le copie dei passaporti diplomatici di quattro agenti, compresa una donna, tutti scaduti, l’ultimo nell’ottobre 2024. Un fatto gravissimo che con foto, nomi, cognomi, date e luogo di nascita mettono in pericolo gli agenti. E ovviamente non poteva mancare il passaporto di Giovanni Caravelli, il direttore dell’Aise, che in effetti si era recato a Tripoli, con il documento spiattellato in rete, nel 2019, in una missione ufficiale per incontrare le autorità governative parlando anche dell’immigrazione illegale.
Fratelli d'Italia riscrive la storia: "Non è grazie a Berlusconi che la destra è cresciuta".…
Il mese di febbraio è ormai alle porte e questo porterà con sé delle scadenze…
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump attacca Obama e Biden sulla politica di inclusione:…
Il premier continua la sua battaglia a distanza con i magistrati dopo la vicenda Almasri.…
Intelligenza artificiale, la cinese DeepSeek bloccata con immediatezza dal Garante per la protezione dei dati:…
Il chatbot cinese DeepSeek ha diffuso dati sensibili degli utenti: una falla nel sistema che…