Mentre va in scena la mozione di sfiducia al Guardasigilli i banchi della maggioranza sono quasi vuoti. “Ministro si dimetta”, urlano in aula
Una giornata intensa. Per Santanché e Nordio, i due ministri sui quali è stata presentata una mozione di sfiducia da parte delle opposizioni. Prima quello della giustizia, ma senza repliche da parte sua e poi successivamente del ministro del Turismo che invece replica, eccome.
Il Guardasigilli è lì, in aula, davanti a una specie di plotone d’esecuzione che con le parole dai banchi della Camera lo massacra in tutto e per tutto sul caso del generale libico Almasri. Lui, il ministro della Giustizia, ascolta tutti in silenzio, ogni tanto si guarda con il ministro Piantedosi e commentano tra loro sia parlando ma anche con qualche cenno.
Le parole sono pesanti, con Nordio che accenna a un sorriso e subito redarguito “cosa fa ministro, sorride? Lo sa che si deve dimettere per tutte le bugie che ci ha raccontato da gennaio ad oggi sul caso di una persona che avevate in custodia, con un mandato d’arresto internazionale e l’avete lasciato andare…”, è il leitmotiv da Gacchetti a tanti altri, ma il deputato di sinistra è glaciale e durissimo nel suo intervento.
Le parole dentro l’aula risuonano e sono sempre le stesse da parte delle opposizioni, con tantissimi inviti alle dimissioni immediate, lui si trattiene e continua scambiando occhiate e ulteriori commenti con il collega Piantedosi e con il vice alla Giustizia, Sisto. C’è da dire che i banchi della maggioranza restano, anche se sono poche pure le presenze tra la minoranza.
Le accuse da parte delle opposizioni, durante la mozione di sfiducia per il Guardasigilli, sono tante e l’argomento principale non poteva che essere la ricostruzione del caso Almasri e della sua libertà, facendo “fare una figura pessima all’Italia. Una vergogna e soprattutto le tante bugie che ha detto in questo ultimo mese”.
In aula vorrebbe tanto rispondere, si vede che non vedrebbe l’ora tanto che avrebbe diversi appunti e per poter rispondere e replicare su tutto. E’ un continuo, ad un certo punto si lascia ancora andare a qualche sorriso, ma viene gelato dalle opposizioni. Alla fine lascia l’aula in silenzio ma replicherà a giorni, tanto che ai cronisti mentre esce dice: “Risponderò a tutti”.
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