In una intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” è intervenuto il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato
Un 2024 che è appena iniziato, ma che già preannuncia un po’ di preoccupazione. La stessa che è stata rilevata direttamente da Giuliano Amato. L’attuale presidente della Corte Costituzionale ne ha parlato in una lunga intervista che ha rilasciato ai microfoni del quotidiano “La Repubblica” in cui ha voluto affrontare varie tematiche molto importanti. Un “movimento” della premier Giorgia Meloni che lo preoccupa e non poco.
Queste sono alcune delle sue parole: “Quella di Fdi e della Lega continuiamo a chiamarla destra, ma di sicuro non ha la cultura politica di Reagan né della Thatcher né di Major. La Meloni è riuscita a raccogliere scontentezze di varia natura: i perdenti di una battaglia lontana, i nostalgici di un fascismo che non c’è più, e i perdenti di oggi, quell’enorme prateria del rancore alimentato dal disagio economico e sociale, oltre che dall’insofferenza per i nuovi diritti“.
Poi ha continuato dicendo: “Ad Atreju nel suo discorso conclusivo ha elencato la lista dei nemici: quelli con il reddito di cittadinanza, ma anche un migrante che occupa abusivamente una casa popolare o un carcerato che viene messo in libertà solo perché obeso e in cella non può essere curato“.
Coloro che tendono a difendere i diritti delle minoranze vengono guardati anche con una certa ostilità. Su questo lo stesso Amato è stato fin troppo chiaro: “E’ percepita come un nemico anche la Corte Costituzionale, ossia il più alto organo di garanzia della Carta il cui compito è garantire anche i diritti di carcerati, migranti, omosessuali. Agli occhi degli elettori della destra populista le Corti finiscono per apparire espressione e garanzia di quelle minoranze che turbano il loro ordine“.
Poi dà il suo suggerimento: “In Polonia ed Ungheria lo abbiamo visto. I due Paesi sono stati i primi a mettere nella lista nera sono state le Corti europee, poi le Corti nazionali. Anche in Italia potrebbe accadere“. Successivamente ha affrontato anche il discorso relativo al premierato: “Diventa sempre più difficile trovare un costituzionalista che l’approvi. Si tratta di una frode per gli elettori“.
Sempre sulla Meloni ha ribadito: “Continua a sostenere che il premierato elettivo metterà fine ai ricatti dei partiti, invece è il contrario! Questa riforma consente ai partiti il massimo potere di ricatto perché il premier eletto dagli elettori ricava solo l’incarico e prima di avere la fiducia del Parlamento deve avere nominato i ministri“.
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