Antonio Tajani a gamba tesa sul caso Cecilia Sala: il Ministro degli Esteri convoca l’ambasciatore iraniano alla Farnesina.
Antonio Tajani prende posizione, il Ministro degli Esteri si espone in prima persona sul caso Cecilia Sala. La giornalista 29enne attualmente è detenuta in Iran con le accuse di aver violato le Leggi della Repubblica Islamica. In realtà non esiste, a oggi, un capo di imputazione circostanziato.
L’Italia sta trattando, dallo scorso 19 dicembre (prima lontano dai riflettori, poi apertamente), il suo rilascio. La donna, secondo Tajani, è stata arrestata soltanto per aver svolto il proprio lavoro: “Il giornalismo non è reato – ha detto – nessuno può essere vittima di persecuzioni solo per voler raccontare la realtà”.
Tajani in prima linea sul caso Sala
Quelli che fino a qualche giorno fa erano appelli, ora, sono diventati priorità: “Chiedo l’immediato rilascio di Cecilia Sala dall’Iran”, dichiara ancora Tajani. Il quale, dopo averlo scritto sui social, convoca l’ambasciatore iraniano alla Farnesina. Un meeting, come si legge su Il Foglio, avviato a partire dalle 12.00.
L’intenzione è uscire da questo incontro con qualcosa di concreto. Cecilia Sala vorrebbe essere usata come pedina di scambio per la liberazione dell’ingegnere 38enne Mohammad Abedini Najafabani, fermato in contemporanea all’arresto di Cecilia Sala all’aeroporto di Malpensa, con le accuse di violazione delle Leggi sull’esportazione, associazione per delinquere e appartenenza a un’organizzazione terroristica. Con questi capi di imputazione rischia l’ergastolo.
Incontro alla Farnesina
L’uomo, detenuto attualmente presso il carcere di Opera, punta ai domiciliari in Svizzera. Avendo anche il doppio passaporto. Mentre aspetta di capire se ci sarà o meno l’estradizione in USA. In tutto questo, Cecilia Sala non può fare da ago della bilancia. Tajani è netto su questo punto. In maniera particolare dopo aver appreso che le condizioni della cronista, in Iran, stanno peggiorando.
La donna ha riferito al proprio compagno (giornalista del Post che ha sentito telefonicamente) di essere in una situazione limite. Cibo e acqua ai minimi termini, inoltre il pacco spedito dall’Italia con sigarette, accessori per l’igiene e generi di conforto non è mai arrivato. Ci sono, dunque, fra le altre cose, gli estremi per parlare di diritti umani violati.
Convocato l’ambasciatore iraniano
Ecco perchè Tajani non aspetta più: l’incontro con l’ambasciatore iraniano dovrà portare a una svolta, dato che la via burocratica (che coinvolge anche la sorte di Abedini) non è percorribile in tempi brevi. L’Italia non vuole abbassarsi a ricatti diplomatici, nè tantomeno prestare il fianco a un intrigo internazionale.
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Il Ministro degli Esteri lo lascia intendere chiaramente in un avvicendamento cruciale che, al termine della mattinata, forse primo pomeriggio, dovrebbe dare i primi riscontri. Lo Stivale resta con il fiato sospeso aspettando di vedere Cecilia Sala nuovamente a casa. Il tempo stringe, ma la speranza di un epilogo diverso resta ed è ancora chiara.
Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’Ambasciatore iraniano a Roma. L’incontro avverrà alle ore 12. Il Governo, come dal primo giorno dell’arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati…
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) January 2, 2025