Il numero uno di ‘Azione’, Carlo Calenda, ha parlato ai microfoni del ‘Quotidiano Nazionale’ in cui si è soffermato a discutere dello sciopero di venerdì
Uno degli argomenti maggiormente trattati, in questo periodo, dal punto di vista della politica non può che essere quello relativo allo sciopero di venerdì 17 novembre. In merito a questo tema si è voluto soffermare proprio Carlo Calenda. L’attuale segretario di ‘Azione’ ne ha parlato al ‘Quotidiano Nazionale‘. Nel corso della stessa ci ha tenuto a ribadire che per lui si tratta di uno “sciopero politico“. Anche se, allo stesso tempo, non si può assolutamente evitare.
Non si è fatto attendere l’attacco al vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Quest’ultimo, infatti, per il politico romano sta commettendo un errore “gravissimo” tanto da cercare il conflitto. Poi si è soffermato su Maurizio Landini. Sul segretario della Cgil ha ammesso di avere ragione sulle regole, ma per quanto afferma sulla manovra non si trova affatto d’accordo: “E’ inficiato dal fatto che già in estate aveva annunciato la protesta“.
Su Salvini ha continuato dicendo: “Si sta comportando così visto che lo fa per dimostrare che è molto più duro della Meloni. A differenza di Landini che organizza la piazza per dimostrare che è lui la vera opposizione“. Non ha dubbi sul fatto che la scelta della piazza tenderà a favorire la premier Giorgia Meloni: “Sì, la piazza è una scelta che si può fare solamente di fronte a gravi lesioni di diritti civili. Se lo fai su tutto perde di valore“.
Per poter esprimere il dissenso nei confronti del governo ha una idea: ovvero quella di proporre delle valide alternative: “In settimana presenteremo una contro-manovra nostra. In questo modo vanno investiti dagli 8 ai 10 miliardi di euro sulla sanità. Non facciamo il taglio dello scaglione Irpef da 4 miliardi. Proporremo di usare anche i soldi del Pnrr per rifare industria 4.0 allargata ad ambiente ed energia. Meglio usarli così“.
Sulla posticipa della firma sul Mes, da parte della Meloni, ha segnalato la sua contrarietà: “No. Io avrei preso il Mes sanitario immediatamente. Si trattava di 37 miliardi con cui potevamo coprire anche le assunzioni dei medici. A questo punto sono convinto che la premier lo ratificherà dopo le Europee. Non può farlo prima altrimenti si dovrebbe rimangiare tutto quello che ha detto in precedenza“.
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