L’ex segretario del partito comunista parla con il quotidiano La Stampa e dice la sua su quanto sta avvenendo a sinistra
Una vita a sinistra anzi nel partito comunista. Idee e battaglie sempre confrontandosi con la destra e col centro, ma soprattutto con la prima. Ora il mondo è stravolto, cambiato, ma Fausto Bertinotti, ex compagno, ex militante del partito comunica e ed presidente della Camera, si esprime su quanto sta avvenendo nel panorama politico nazionale e internazionale. Pensare che nel 1998 fu proprio lui con le sue scelte che fece cadere Romano Prodi, all’epoca capo del governo. “L’opposizione che fa Schlein? Il mio ragionamento è un altro. Assistiamo a tre crisi dirompenti in Europa: della democrazia, della politica e delle sinistre. Al governo c’è una destra che punta non solo a prendersi una rivincita sugli anni ‘70, ma sulla Costituzione antifascista”.
Per Fausto Bertinotti le cose non possono cambiare né essere stravolte, vista la situazione attuale: “Di fronte a una sfida del genere, il tentativo di rivolgersi a storie passate – a quell’Ulivo che già faticava nel suo tempo – è l’invocazione di un involucro vuoto, lontano dalle risposte necessarie. In queste condizioni erigere una nuova candidatura, mi sembra ingeneroso nei confronti della candidata stessa. Se il contesto non cambia, nessuno ce la può fare“. Bertinotti ne fa una questione di idee e di programmi: “Quando si tornerà al voto, ci si renderà conto che il 50 per cento della popolazione non va ai seggi e che senza quegli elettori la sinistra non esiste. Oggi vedo l’offensiva di una destra modernamente revanscista e una totale inadeguatezza dell’alternativa“.
“La verità è che il Pd è un morto che cammina…”
Parole dure quelle di Bertinotti che non vede all’orizzonte qualcuno che possa ostacolare l’avanzamento della destra e avere ancora più seguito rispetto a quello che già ha attualmente. “Inadeguatezza? Ma di tutte forze di opposizione. Intendiamoci. Il Pd è un partito di persone perbene. Soltanto che è ininfluente. Dissi che il Pd è un morto che cammina? Non ho cambiato idea anzi l’ho ancora di più rafforzata”.
E la spiegazione di Fausto Bertinotti è abbastanza approfondita e allo stesso tempo molto amara, visto quanto sta accadendo, almeno dal suo punto di vista: “Noto il carattere sfasato rispetto ai problemi emergenti. Vale per i ragionamenti sulle alleanze: si ripropone una dinamica vecchia, che mima il vecchio gioco delle forze politiche quand’erano ancora potenti. Oggi sono impotenti, l’imitazione è francamente desolante. In quale ufficio o bar si discute del centrosinistra da federare? Ed è sbagliato pensare che la destra sia forte perché, si dice, abbia creato un accrocco…“.