Il leader di Azione a ‘Il Foglio’ si sofferma sulle ultime vicende di politica nazionale lanciando un messaggio molto chiaro agli altri partiti
Prima i complimenti al premier, poi la frecciatina a Schlein. Carlo Calenda in un colloquio con Il Foglio affronta diversi temi e lancia dei chiari messaggi agli altri partiti. Il tema centrale resta quello dell’Ucraina. Sono trascorsi ormai tre anni dall’inizio della guerra e fino ad oggi non si vede la luce. Una questione che continua ad essere anche al centro del dibattito europeo e che rischia di spaccare l’Occidente come nell’ultimo G7.
Ma Calenda in questo suo intervento ha deciso di esaltare il discorso fatto dal premier Meloni al Cpac definendolo coraggioso. Ma allo stesso tempo ha chiesto al presidente del Consiglio di non fermarsi solamente alle parole e di passare ai fatti. Ovvero il prossimo 6 marzo votare in favore al pacchetto di aiuti nei confronti di Kiev. “Solo in quel momento capiremo se vuole diventare un vassallo di Trump oppure aiutare davvero l’Ucraina”.
Calenda, come sappiamo, non le ha mai mandate a dire. E anche in questo intervento è andato giù duro nei confronti del centrosinistra e, in particolare, di Schlein. Il leader di Azione ha chiuso le porte a qualsiasi collaborazione con il campo largo se non ci sarà un cambio di passo nelle prossime settimane.
L’ex ministro ha accusato la segretaria dem di pensare ad altro e non dichiarare un chiaro sostegno all’Ucraina (“la sua assenza domenica in piazza è la conferma“), ma allo stesso tempo ha anche ricordato come Conte ha lodato Trump e Renzi è andato a Miami per fare le cloque del presidente americano.
Tutte cose che, stando a quanto riferito da Calenda, non vanno bene e stanno portando Azione sempre più lontano dalla possibilità di andare ad appoggiare il centrosinistra sia a livello locale che nazionale. Insomma, una situazione che porta il campo largo a spaccarsi ancora di più soprattutto se non ci dovessero essere delle novità importanti magari già a partire dalle prossime settimane.
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