Il direttore di Limes sicuro: “Hamas vuole la guerra dentro la Striscia, mentre Gerusalemme può perdere molti uomini e non ha chiaro il suo obiettivo”
“Israele rischia ad entrare a Gaza in questo momento e forse anche in futuro….“. A parlare così è il direttore di Limes Lucio Caracciolo che cerca di analizzare il momento e la situazione attuale all’interno della Striscia di Gaza ma anche più fuori. “Un tentativo di quadrare il cerchio. Non vorrei essere nei panni di chi deve guidarla. Primo, perché deve affrontare una battaglia voluta e preparata da Hamas. Secondo, perché questa battaglia contraddice tutti i principi strategici e tattici di Israele, inserendosi in un contesto di guerra quantomeno non breve, per non dire lunga, e con un rischio di perdita di forze proprie piuttosto elevato per un Paese piccolo e con delle forze armate relativamente numerose anche se bene addestrate”.
Israele e Netanyahu vorrebbero avere la possibilità di un’azione rapida per risolvere la situazione più velocemente possibile, ma potrebbe costare caro ragionare in questo modo: “Non scherziamo! Israele non è affatto unita intorno a Netanyahu che comunque non è al comando. Al comando ora ci sono i generali. Netanyahu può dare qualche orientamento, ma non decide lui. Quanto all’interesse al conflitto lungo, “più dura la guerra più duro io” è un ragionamento comprensibile. Ma tutti i dirigenti israeliani, a cominciare da quelli militari dell’intelligence, sanno che un minuto dopo la guerra dovrà dimettersi. In caso contrario vorrebbe dire che non ha sette vite ma addirittura otto“.
La paura di tutti è che il conflitto possa estendersi a paesi come Iran, Siria, Libano e tanti altri. Un rischio che cresce ogni giorno che passa, anche se per il direttore di Limes Caracciolo ancora non è così ma spiega come è possibile che possa succedere da qui a breve se le cose non cambieranno in fretta.
“Il rischio c’è ma è limitato al momento, perché gli attori che potrebbero allargarlo non credo lo vogliano in questa contingenza. Sicuramente non l’America. Probabilmente nemmeno l’Iran. E molto difficilmente Israele, che lo farebbe solo se la situazione diventasse davvero critica perché combatte su più fronti. A quel punto potrebbe coinvolgere l’America in una guerra con Teheran“, parole e il pensiero di Lucio Caracciolo, uno degli analisti più esperti su territorio italiano.
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