Carne sintetica, in attesa che la stessa possa diventare legge in Parlamento già se ne sta discutendo: tra chi è favorevole e chi è contrario
La carne sintetica pronta ad arrivare direttamente nei piatti dei parlamentari, sia alla Camera che al Senato? Una ipotesi assolutamente da non scartare. Anche se, allo stesso tempo, iniziano ad arrivare le prime risposte. In primis quella di Paolo Trancassini che, a dire il vero, non accetta affatto questo tipo di idea. Direttamente dai microfoni dell’Adnkronos ha ribadito: “Ma è una cosa che escludo assolutamente e comunque fino a quando faccio io il questore non succederà“.
Poi ha continuato dicendo: “Non solo c’è una legge che stiamo discutendo questi giorni, una legge che vieterà queste pratiche di laboratorio, ma soprattutto stiamo conducendo anche qui una battaglia per i prodotti Made in Italy. Né qui alla Camera, alla mensa e ai punti di ristoro né nel ristorante di famiglia, a pochi passi da Montecitorio, troverete carne sintetica, almeno fino a quando ci sarò io nel ruolo di questore“.
Nel frattempo l‘approvazione definitiva alla Camera del disegno di legge dovrebbe avvenire il 16 novembre. Anche se qualcuno sta già iniziando ad avere più di qualche dubbio. Gli uffici giuridici del Quirinale stanno seriamente pensando se andare avanti per questa strada oppure no. Ricordiamo che il disegno di legge porta le firme dei ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Salute Orazio Schillaci.
Carne sintetica in Parlamento? Non tutti sono d’accordo
Un testo che è formato da 7 articolo e prende il nome di “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali“.
Nell’Articolo 1 si punta a mirare ed “assicurare la tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini nonché a preservare il patrimonio agroalimentare, quale insieme di prodotti espressione del processo di evoluzione socio-economica e culturale dell’Italia, di rilevanza strategica per l’interesse nazionale“.
Nell’Articolo 2, invece, “è vietato agli operatori del settore alimentare e agli operatori del settore dei mangimi impiegare nella preparazione di alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o distribuire per il consumo alimentare ovvero promuovere ai suddetti fini alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati“.
Ricordiamo che sia la produzione che la vendita di cibi sintetici costituisce un “reato”. Con tanto di sanzione che può arrivare fino ad un minimo 10.000 euro fino ad un massimo di 60.000 euro o del 10% del fatturato totale annuo. Non può eccedere i 150.000 euro.