L’ex capo di gabinetto Gilioli ha raccontato ai pm romani cosa sa e cosa non sa della rovente querelle estiva dell’ex ministro
Epurato, cacciato e ascoltato dai magistrati di Roma a Piazzale Clodio. L’ordine cronologico non è questo anzi, l’ex Capo di Gabinetto del Mic Francesco Gilioli è entrato nella stanza dei Pm romani da funzionario del ministero.
E’ stato un pomeriggio intero, entrato poco dopo l’ora di pranzo, uscito poco dopo le sette di sera, con tutto il tempo passato in procura a raccontare la sua versione su quanto accaduto per tutta l’estate tra l’allora Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia che ha poi costretto il ministro alle dimissioni.
Francesco Gilioli, ormai ex capo di gabinetto del ministero della Cultura, che Giuli ha mandato via nel giro di pochissimo tempo nominando al suo posto Spano che ha creato non poche polemiche, è stato convocato dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta che si sta portando avanti su Maria Rosaria Boccia. Ed è stato parecchio tempo a spiegare quello che, secondo lui, è successo.
La sua convocazione è la dimostrazione che, per la prima volta e in maniera ufficiale, il caso Boccia-Sangiuliano, è entrato in modo dirompente nel governo e tutto quello che accadere, a prescindere da quanto abbia raccontato Gilioli. Si era pensato che fosse una vicenda che potesse essere relativa solo al gossip, ma in realtà è un caso politico vero e proprio, comn l’imprenditrice Boccia, nonostante le promesse non è mai stata contrattualizzata, anzi è proprio lei indagata per lesioni e minacce al corpo dello Stato.
Il problema è che Sangiuliano, ha rivelato che in un messaggio WhatsApp mandato proprio al suo Capo di Gabinetto Gilioli, chiedeva tempo sulla questione relativa a Maria Rosaria Boccia: “Per quel consigliere da nominare (Boccia, ndr) tieni fermo. Ne parliamo a fine agosto“.
E, a quanto si racconta ed è venuto fuori dalle chat, il ministro ricordava, probabilmente mentre chiacchierava con la Boccia “le perplessità che il capo di gabinetto mi aveva evidenziato circa alcune incongruenze del curriculum e l’eventualità di conflitti di interesse per pregresse attività della Boccia proprio nel campo dell’organizzazione dei grandi eventi”.
La curiosità di quello che possa aver raccontato Gilioli ai magistrati romani è tanta, anche perché rispetto a tanti altri personaggi e funzionari è probabilmente l’unico e solo ad aver vissuto l’intera querelle sin dall’inizio.
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