Cassese promuove il premierato: “Riforma giusta, ma…”

Il costituzionalista Cassese in un’intervista a ‘La Stampa’ si sofferma sul premierato e sottolinea: “La misura è giusta anche se c’è un punto critico”.

Il 2024 potrebbe essere l’anno del premierato. Una misura che sembra convincere il costituzionalista Cassese: “La riforma va nella direzione giusta, quella di stabilizzare gli esecutivi e dare maggiore coesione, ma si adotta strumenti in parte sbagliate“.

Cassese intervista La Stampa
Sabino Cassese sul premierato – Cityrumors.it – © Ansa

Il problema è solo uno – continua Cassese – e si tratta dell’investitura. Se il premier venisse eletto direttamente dal popolo, avrebbe una investitura più forte e solenne del Capo dello Stato, che viene eletto dal Parlamento in seduta comune. Questo significa che il primo ministro avrebbe una elezione diretta e l’inquilino del Colle indiretta. Ma anche a questo si può trovare una soluzione“.

“I partiti hanno perso la loro natura di associazioni”

Cassese intervista La Stampa
Cassese esprime la sua sui partiti – Cityrumors.it – © Ansa

Cassese in questa intervista sottolinea come “i partiti hanno perso la loro natura di associazioni e sono diventati ormai dei piccoli comitati elettorali, piccoli oligarchie: basta vedere le ramificazioni territoriali, il numero degli iscritti, la formulazione dei programmi. Ma questa è una novità che non può essere fatta dalla Costituzione, bensì dal sistema politico“.

Negli ultimi venticinque anni il tema della riforma costituzionale si è impadronita delle piccole menti capaci di tattiche, ma non di strategie – continua Cassese – gli effetti non sono gravi e ora bisognerebbe lavorare sui livelli essenziali delle prestazioni, che sono un nuovo modo per formare un patto tra Stato e cittadini“.

Cassese sull’Autonomia

Cassese intervista La Stampa
Il pensiero di Cassese sull’Autonomia – Cityrumors.it – © Ansa

Cassese parla anche dell’Autonomia: “Questo provvedimento comporta una differenziazione. Se si vuole un ordinamento uniforme, bisogna avere un sistema centralizzato. Se si assicura ai cittadini parità di diritti, non vedo il motivo per il qualche le Regioni devono differenziarsi e competere. Non capisco neanche il senso dei best practices che potrebbero costruire fattori di imitazione“.

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