Il ministro dello sport spiega la sua posizione durante la cerimonia di premiazioni ai Collari d’Oro: “Ci sarà un cambio di passo”
Un cambio di passo deciso e costante. A prometterlo è il ministro dello Sport Andrea Abodi che, durante la premiazione dei Collari d’Oro, ha voluto fare il punto della situazione sullo sport italiano anche parlando dell’avvicinamento di Milano-Cortina.
Ed è proprio lui stesso che parte da questo argomento, prima sul palco durante la cerimonia e poi davanti ai cronisti, ribandendo una promessa che aveva fatto durante le olimpiadi di Parigi. “A partire dalle Olimpiadi di Milano-Cortina i premi che il Coni e il Cip, col nostro sostegno, danno agli atleti che hanno vinto le medaglie saranno detassati”, l’annuncio del ministro dello Sport.
Abodi ci tiene a spiegare quanto ha annunciato, anche perché è una promessa che aveva fatto durante le Olimpiadi a Parigi e con un pizzico di rammarico ha anche detto che non ha fatto in tempo a fare lo stesso per chi aveva vinto le medaglia in Francia.
“Quel tipo di merito non ha bisogno di prelievi fiscali. Con rammarico mi prendo la responsabilità di averlo pensato dopo Parigi e non per Parigi. Grazie alla collaborazione del Parlamento arriveremo a una soluzione che riconosce davvero il merito al di là di ogni altra considerazione”, l’amarezza del ministro che in qualche modo dice che rimedierà, anche se non si intuisce come.
Con Malagò sistemeremo ogni cosa
Il ministro dello Sport si è poi rivolto al presidente del Coni, Malagò, col quale c’era stata qualche piccola incomprensione, soprattutto sul mandato per la conferma come presidente del Coni. I due si erano scontrati su questo argomento e da quel momento non si erano più parlati, se non in qualche occasione ufficiale.
Riprende il discorso Abodi e lo fa con estrema chiarezza e calma: “Con Giovanni ci sono state delle incomprensioni, ma sono convinto che lo spirito di amicizia che supera tutto ci permetterà di dare quei segnali di avere compreso il senso della nostra missione e del nostro dovere, che va ben oltre le nostre persone. Abbiamo diritto a non comprenderci, in uno spirito positivo che consente di superare momenti di incomprensione”