In una intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale” è intervenuto Marcello Dell’Utri, storico amico di Silvio Berlusconi
Probabilmente nessuno lo sapeva, se non i suoi conoscenti e le persone che gli stanno vicino. Marcello Dell’Utri ha rivelato di non stare affatto bene. Lo ha fatto rilasciando una intervista ai microfoni del quotidiano ‘Il Giornale‘. L’ex politico, infatti, ha ammesso di essere malato per via di un tumore che lo ha colpito. Allo stesso tempo, però, afferma di non avere paura.
Anche se la sua unica preoccupazione è quella di non riuscire a vedere finita la biblioteca che è pronta ad essere inaugurata ad Agrigento, precisamente nella Valle dei Templi. In merito a ciò ha rivelato: “A 300 metri dal tempio di Giunone, un edificio restaurato per l’occasione ospiterà la parte della mia collezione di libri. Sarà la più grande e completa biblioteca tematica sulla Sicilia“.
Poi si sofferma sull’argomento relativo ad un pezzo importante della sua vita, come il suo amico Silvio Berlusconi. Tanto è vero che il ‘Cavaliere’, poco prima di andarsene, gli ha lasciato una eredità importante: vale a dire 30 milioni di euro. Soldi che, in parte, li utilizzerà proprio per questo suo progetto. Anche se fa sapere che i processi relativi alla burocrazia, per averli, sono molto lunghi.
“Pagherò l’8% di tasse. Sono assillato da gente che mi chiede denaro ormai. Ma posso togliermi lo sfizio di acquistare qualche altro fondo librario, chissà“. Sempre in tema Berlusconi ha rivelato: “Mi manca molto. Così come i pranzi del sabato ad Arcore e quando mi chiamava per parlarmi di un progetto. Poco prima di entrare al San Raffaele mi invita a pranzo. Stava definendo le regole della nuova Forza Italia. Mi disse che potevo fare il selezionatore dei candidati“.
Dell’Utri parla della vita in carcere: “Mi rispettavano”
In tema Forza Italia ha dichiarato: “Dopo ‘Mani Pulite‘, Berlusconi capì che se non si fosse costituito un fronte moderato i comunisti avrebbero vinto le elezioni. Mi disse che dovevo farlo io visto che mi reputava un bravo organizzatore. Dovevo scegliere le persone che non arrivavano dal mondo della politica. Ricordo che per 415 collegi iniziò la selezione partendo dai quadri di Publitalia. Successivamente gli stessi divennero poi dirigenti di Forza Italia“.
In conclusione ha rivelato come è stato il periodo che ha vissuto in carcere: “Mi rispettavano. Ho smesso di bere caffè, il medico me lo aveva proibito. In cella me lo offrivano sempre. Ho smesso anche di fumare il sigaro. Forse il carcere mi ha fatto bene. Ho conosciuto persone incredibili .Ricordo che c’era un ucraino, scassinatore professionista. Finito dentro per un palo. Giocava a scacchi. La prima mi fece vincere, poi non più. Ad ogni mossa mi spiegava i colpi che avrebbe fatto una volta uscito“.