L’ex ministro della Difesa spiega per quale motivo il nostro paese può e deve dare supporto in una zona in questo momento chiave per il Medio Oriente
Lo spostamento delle flotte italiane verso il Mar Rosso e l’interesse dell’Italia per quella zona è solo strategico. E non potrebbe essere altrimenti visto cosa c’è in gioco e visto anche che l’Europa si è mossa e non intende arretrare. “L’Italia ha un interesse primario ad assicurare la libertà di navigazione nel Mar Rosso. È un interesse strategico per il nostro Paese”, a dirlo è Giampaolo Di Paola, ex ministro della Difesa italiana che conosce molto bene il sistema di doversi muovere per garantire non solo la sicurezza, ma anche per proteggere una zona strategica dal punto di vista economico e commerciale per il nostro paese ma per tutta l’Europa. “È un dato di fatto che quella rotta, per il nostro traffico commerciale e il nostro benessere economico, è una rotta chiave”, insiste l’ex Ministro della Difesa.
Di Paola non ha tanti dubbi in proposito e rilancia quello che è il suo pensiero e quello che giustamente, a suo parere, sta facendo l’Italia, mandando delle flotte in una zona in questo momento bollente: “Qua ci sono due principi fondamentali che vanno fatti rispettare: la libertà di navigazione in acque internazionali e l’interesse legittimo di Paesi come l’Italia che si basano sul commercio, che viaggia sostanzialmente via mare. E quindi abbiamo fatto bene a mandare le fregate Fasan e poi Martinengo, che sono tra quelle giuste per un impiego di questo tipo, ma teniamo presente che sarà un impegno che sarà anche lungo”.
Le forze militari europee se agiranno sarà sotto comando americano
L’ammiraglio Giampaolo Di Paola, che è stato anche Capo di stato maggiore della Difesa, nonché presidente del comitato militare della Nato e poi, appunto, ministro della Difesa, non intende andare dietro alle polemiche che si sarebbero create e spiega la situazione che ha indotto l’Italia e il Governo a intervenire e non arretrare davanti agli attacchi che ci sono stati in queste ultime settimane.
E anche il fatto che le due flotte italiane operano al di fuori del comando americano, Di Paola spiega: “È il frutto di valutazioni di carattere politico generale. Credo che la riflessione fatta abbia portato ad attendere la creazione di una missione navale europea, della quale si sta discutendo. Se come pare nascerà una missione Ue è una scelta naturale parteciparvi, ma tenga conto che una missione europea si coordinerebbe strettamente con la missione a comando americano”.