“Dopo l’Europeo credevo la Figc facesse altro…”, il fastidio di Abodi

Il Ministro dello Sport torna a parlare dopo la disfatta azzurra in Germania: “I giovani? Lo ius soli sportivo è un tema da affrontare”

C’è sempre elettricità tra il Governo e il mondo del calcio. L’emendamento Mulè è solo l’ultima situazione, ma non è tanto e solo questo, quanto come si è mossa la Federcalcio dopo la disfatta dell’Europeo in Germania. E da lì nasce tutto il malcontento politico.

Abodi contro Figc
Il ministro dello Sport Abodi non ha gradito come si è mossa la Federcalcio dopo la disfatta all’Europeo (Ansa Foto) – Cityrumors.it

A portare la bandiera del malcontento e dell’amarezza è niente di meno che il referente principale del Governo sullo sport, ovvero il ministro Andrea Abodi che ha sempre avuto parole al miele ed è sempre stato accomodante e a disposizione con il mondo del calcio, se non altro perché arriva proprio da lì, quindi conosce determinate dinamiche e soprattutto gli uomini che ne fanno parte.

Ma quanto successo in Germania non l’ha potuto accettare, anche perché sembrava che la nazionale non avesse quasi voglia di giocare e di mettersi in discussione, ovvero di andare col cuore oltre l’ostacolo. “Ero a Berlino e quello che ho visto lo hanno visto tutti gli italiani: nello sport si può perdere, ma non ci si può consegnare all’avversario“, le parole del ministro al quotidiano La Stampa.

Una partita che si sogna ogni giorno e più ci pensa, più non riesce a farsela passare: “La sensazione, forte, è stata di una sconfitta totale, incapaci di reagire, di misurarsi e, questo, deve far riflettere”. Abodi pensava che dopo le parole e quanto è accaduto sul campo potesse far riflettere e i vertici del mondo del calcio, quanto successo subito dopo non l’ha affatto soddisfatto: “La prima mossa è stata indire le elezioni per il 4 novembre, ma io per riflessioni intendevo ben altro”.

“Lo ius soli? Bisogna risolverla…”, la promessa

Il mondo del calcio, insomma, sembra non abbia digerito l’ingerenza della politica, anche se Abodi ci tiene a sottolineare che il riferimento all’emendamento Mulè, il più discusso e divisivo che ci sia mai stato di recente, per il ministro è l’esempio sbagliato, anche perché “è stato approvato dopo una sua significativa riformulazione che ha, di fatto, messo a tacere gli oppositori”.

Abodi si riferisce a una battaglia che va avanti da tanto tempo in Lega serie A, ovvero “stabilire, nell’autonomia della Figc, che alla Lega di Serie A siano riconosciuti un peso politico e una rappresentanza superiori all’attuale 12 per cento e ai tre membri all’interno del consiglio federale è affermare un criterio di equità e buonsenso.

Ius Soli
Il Ministro dello Sport vuole risolvere la questione legata allo Ius soli sportivo ma non è facile (Ansa Foto) Cityrumors.it)

Eppure da Fifa e Uefa, rispettivamente governo del calcio mondiale ed europeo, non sono arrivati complimenti, bensì minacce, ma Abodi tranquillizza tutti: “La loro lettera era superata ampiamente dagli eventi. A Berlino ho avuto un confronto franco e pacato con il presidente Uefa Ceferin: mi ha espresso le sue criticità, gli ho spiegato il nostro punto di vista. Si è trattato di un incontro utile.

Intanto dalla Spagna campione d’Europa arriva forte la voce di ragazzi come Lamine Yamal che in Italia non potrebbero mai giocare con la maglia dell’Italia per via dello ius soli. E qui il ministro cerca di spiegare: “E’ un tema che va affrontato, anche se io non ritengo prioritarie le implicazioni agonistiche. Lo sport è inclusione, coesione ed educazione, un percorso positivo alimentato da passione e impegno”.

Gestione cookie