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Politica

Ecco il vero obiettivo dei viaggi di Zelensky in Europa: il leader ucraino messo alle strette

Volodymyr Zelensky è stato protagonista di numerosi viaggi in Europa nel corso dell’ultimo periodo. A Monaco ha ribadito la necessità di ricevere un ulteriore sostegno. Ecco perchè

Cosa si nasconde dietro i recenti viaggi in Europa di Volodymyr Zelensky? Il leader ucraino ha intensificato gli incontri istituzionali, ribadendo la necessità di aiutare l’Ucraina in un momento molto delicato per la guerra. Zelensky è stato prima a Parigi, poi a Berlino, infine a Monaco, riaffacciandosi alla Conferenza sulla Sicurezza, dopo le tormentate settimane che precedettero l’inizio della guerra in Ucraina. “Non chiedete – ha dichiarato –  all’Ucraina quando finirà la guerra. Chiedete a voi stessi perché Putin è in grado di continuarla”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a Monaco, chiede maggior sostegno all’Ucraina – Cityrumors.it

Frasi che nascondono una grande insofferenza. Se nella prima fase del conflitto, l’Ucraina è stata in grado di ribattere colpo su colpo ai tentativi di avanzata russi, sfoggiando una grande organizzazione e sfruttando gli aiuti arrivati dall’Occidente, oggi per Zelensky la situazione è nettamente più complicata. Le munizioni sono in esaurimento e minacciano seriamente la tenuta dell’Ucraina sulla linea del fronte di 1.000 chilometri (620 miglia), sottoposta all’assalto incessante dell’artiglieria russa. Le linee difensive sono in pericolo. Le forze ucraine si sono ritirate sabato dalla città di Avdiivka, nella regione di Donetsk, dopo gli assalti russi quotidiani da tre direzioni negli ultimi quattro mesi. Avdiivka era una roccaforte per le posizioni ucraine all’interno del Paese, lontano dalla Russia. Città di prima linea sin dalla prima invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2014, l’insediamento fortificato con un labirinto di trincee e tunnel serviva a proteggere importanti snodi logistici – meno rafforzati – più a ovest. La sua conquista risolleva il morale dei russi e conferma che le truppe del Cremlino stanno ora dettando il ritmo della lotta, con disappunto delle forze ucraine che hanno ottenuto solo guadagni incrementali dalla loro controffensiva dello scorso anno.

L’esperto in esclusiva: “Zelensky e le elezioni statunitense: tutti i dubbi”

L’Ucraina vive un momento di difficoltà. E chiede aiuto all’Occidente. A spaventare Zelensky è soprattutto la linea in politica estera degli Stati Uniti. Le prossime elezioni presidenziali potrebbero infatti modificare la situazione. Secondo quanto detto dal Direttore del Ce.S.I (Centro Studi Internazionale) Marco Di Liddo, in esclusiva ai nostri microfoni, “Con Biden o Trump cambieranno le intenzioni del governo sul fronte ucraino? In caso di vittoria di Trump, molto dipenderà da quali saranno i consiglieri che  si sceglierà e quale sarà il barometro. L’azione  del cosiddetto Deep State americano. Se si farà passare il messaggio che la guerra in Ucraina è ancora un dossier importante, allora le cose in termini di politica estera non cambieranno. Se invece il Deep State farà prevalere una corrente diversa, verso il Pacifico e la Cina, allora gli Stati Uniti rivedranno i termini del loro impegno in Ucraina e per Putin sarà sarà tutto più facile. In caso di vittoria di Biden, ovviamente sull’Ucraina si continuerà ad avere un’attenzione più grande, a meno che il Congresso non cambi nettamente la situazione”.

Le scelte degli Stati Uniti sull’Ucraina

Biden continua a guardare all’impegno statunitense in Ucraina con forza. Ha già stanziato oltre 60 miliardi di dollari in aiuti militari, giustificandoli con la perdita di Avdiivka. Il numero uno della Casa Bianca ha spiegato di aver parlato al presidente ucraino e di essere fiducioso che i finanziamenti statunitensi sarebbero arrivati a breve. Ma quando i giornalisti gli hanno chiesto se fosse fiducioso che si potesse trovare un accordo prima che l’Ucraina perdesse altro territorio, Biden ha risposto: “Non lo sono”. Parole che hanno portato nello sconforto Zelensky, accelerando le sue richieste all’Europa. 

Un dossier dell’Associated Press, che ha ascoltato numerosi capi delle unità di artiglieria, nelle zone di combattimento più intense della guerra, ha evidenziato le carenze numeriche delle forze ucraine, che dall’autunno scorso stanno vivendo una situazione di oggettiva difficoltà. In particolare, la diminuzione delle forniture di artiglieria a lungo raggio fornita dall’Occidente impedisce alle forze ucraine di colpire obiettivi di alto valore in profondità dietro le linee russe, dove si accumulano attrezzature pesanti e personale. Per settimane, le forze ucraine lungo il fronte hanno lamentato una carenza critica di munizioni, con alcune batterie di artiglieria che combattono con solo il 10% delle scorte necessarie. Nel tentativo di risparmiare sulle munizioni, i leader militari hanno ordinato alle unità di sparare solo contro obiettivi precisi. Ma i comandanti sul campo dicono che questo è a malapena sufficiente a contenere il nemico meglio rifornito.

Zelensky a Berlino con il vice presidente Usa Harris – Cityrumors.it

Eserciti ucraini con il solo 10% delle munizioni a disposizione

La caduta di Avdiivka  e il ritiro di numerose truppe, ha fatto aumentare in modo esponenziale la preoccupazione nell’esercito ucraino. La Russia sta infatti per festeggiare la sua più grande vittoria dalla battaglia di Bakhmut dello scorso anno. Permetterà alle truppe del Cremlino di spingere la loro offensiva più a ovest, più in profondità nel territorio controllato dagli ucraini su aree meno fortificate. Pokrovsk, un nodo ferroviario più a est, potrebbe essere il prossimo obiettivo russo, secondo i blogger militari. Ufficiali militari russi e blogger di guerra hanno affermato che la cattura di Avdiivka ha ridotto la minaccia per la città di Donetsk, controllata dai russi. “Attualmente il deficit di munizioni è piuttosto grave. Ci viene costantemente promesso che ne arriveranno altre, ma non le vediamo arrivare”, ha detto Khorobryi, comandante di una batteria di artiglieria. La loro batteria ha solo il 5-10% delle munizioni necessarie, ha detto. Questo, ha detto, priva le forze armate della capacità di attaccare e riconquistare efficacemente i territori. Ancora peggio, l’Ucraina perde combattenti perché non può fornire alla fanteria un fuoco di copertura. Lui, come altri ufficiali intervistati per questa storia, ha parlato a condizione che venissero usati solo i loro nomi di battesimo per motivi di sicurezza. “Non abbiamo nulla con cui combattere, non abbiamo nulla per coprire i nostri fronti”, ha detto Valerie, che comanda un’unità di obici che utilizza proiettili da 155 mm standard della NATO.

Il presidente Zelensky insieme a Emmanuel Macron a Parigi – Cityrumors.it

Il messaggio di Zelensky a Usa e Germania

Per respingere un attacco russo, ha detto che avevano bisogno di 100-120 proiettili al giorno per unità. Secondo i calcoli riportati dall’Associated Press, oggi ne hanno a disposizione solo un decimo. Mosca ha studiato una nuova forma di attacco: il Cremlino ha deciso di inviare ondate di piccoli gruppi di fanteria per impegnare le forze ucraine da vicino. Ciò significava che le forze ucraine dovevano espellere “cinque volte” più munizioni per tenerle a bada. “Il nemico capisce e percepisce le nostre capacità e con questo riesce ad avere successo”, ha detto Chaklun, un soldato della 110a Brigata. Numerosi i fronti in battaglia che hanno bisogno di aiuti concreti. Secondo i calcoli degli esperti militari, la linea di  Kupiansk, nel nord-est dell’Ucraina, è in assoluto la più fragile e quella che potrebbe cadere a breve.

Zelensky ha lanciato numerosi messaggi: rivolgendosi agli Usa ha specificato che “L’Ucraina vive una situazione di deficit artificiale di armi, in particolare di artiglieria”. Alla Germania ha rimproverato gli ultimi sforzi di Putin, capace di  “adattarsi all’attuale intensità della guerra”. Cerca aiuti e lo fa in modo diretto, parlando ai leader che da sempre gli hanno dato supporto militare ed economico. E’ spaventato dalle prossime settimane e dal possibile abbandono statunitense.

Paolo Colantoni

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