E’ una corsa all’ultimo voto, con i sondaggi che sono tra i più incerti che ci siano mai stati in tutte le presidenziali americane
Una volata finale che mette i brividi. Mai nella storia americana c’è stata una situazione del genere. Kamala Harris e Donald Trump ci siamo. Entrambi, e da qualche giorno, soprattutto, hanno iniziato un vero e proprio ultimo assalto negli stati indecisi degli Stati Uniti che, storicamente, sono sempre gli stessi.
Mancano ormai pochissime ore e la corsa sta finendo e la gente a breve andrà a votare, senza considerare che almeno una settantina di milioni hanno già espresso la loro preferenza. Mai nella storia americana, soprattutto quella recente, c’è stata una corsa così frenetica e appassionante, nemmeno tra Gore e Bush dove ci sono stati giorni prima di dare ufficialmente il nome del presidente.
Anzi si teme che in questa circostanza, nonostante quanto fosse successo allora, non sia nemmeno paragonabile perché il post voto potrebbe durare settimane se non mesi e non sarebbe una cosa buona dal punto di vista della situazione ambientale anche per quello che è successo nel 2021 con Capitol Hill.
Tra i due chi è quello più deciso e graffiante è senza ombra di dubbio Trump che, soprattutto nelle ultime ore, è passato decisamente all’attacco. “Il destino della nostra nazione è nelle vostre mani. Martedì, dovete alzarvi in piedi“, sono state le parole di Trump nel suo primo comizio domenicale in Pennsylvania. Oltre 76 milioni di persone hanno già votato, tra questi c’è anche Kamala Harris che ha usato il voto per corrispondenza.
Da sempre ci sono degli Stati chiave che decidono le sorti dell’elezione del presidente degli Stati Uniti. Posti dove si possono decidere le sorti per un non nulla e dove quello che sembra scontato, all’ultimo possa essere sovvertito e cambiare all’improvviso. E’ già successo tante volte, ma in questa situazione la storia appare la stessa e anche più complicata.
Gli “Swing states”, così vengono chiamati da sempre per la loro instabilità, sono sette e principalmente si tratta della Pennsylvania, della Georgia e del North Carolina in particolar modo, ma anche il Michigan, l’Arizona, il Wisconsin e pure il Nevada che sembrava fosse tutto da una parte poi invece la Harris ha rimontato in maniera impressionante, quasi sorprendente e inverosimile.
Di sondaggi ce ne sono tanti, ma l’ultimo che ha fatto il New York Times ha sottolineato che i cambiamenti in questi Stati sono stati costanti e decisi. Harris ha recuperato tantissimo negli Stati dei Grandi Laghi, da sempre democratici e dove la Harris sembra sia consolidata, ma non è così scontato come è sempre stato, si dai tempi di Clinton.
Dal canto suo Donald Trump si è speso tanto e ha lavorato parecchio sulla Pennsylvania, Carolina del Nord e la Georgia, i tre maggiori che fanno parte del sistema del ‘Collegio Elettorale’, che pesa il valore degli stati in base alla loro popolazione.
La situazione, allo stato attuale, sarebbe questa negli Stati considerati a rischio e che daranno il prossimo presidente degli Stati Uniti.che vede la Harris in vantaggio in Nevada, North Carolina e Wisconsin, mentre Trump in Arizona. In Michigan, Georgia e Pennsylvania. Una corsa che si gioca fino all’ultimo voto e, per come erano partiti, con Trump in grande vantaggio sulla Harris, sarà una volata che potrebbe durare giorni.
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