Franco Cardini in esclusiva ai nostri microfoni: “Sull’attacco ci sono molte cose da chiarire. Questa guerra è portata avanti da Joe Biden”.
L’attacco missilistico sull’ospedale pediatrico di Kiev sta facendo molto discutere. Da una parte Mosca accusa Zelensky di propaganda, dall’altro l’Ucraina e anche la Nato confermano che questo raid potrebbe essere opera di Mosca. “Non sappiamo molto e dobbiamo avere certezze prima di sbilanciarci – dice in esclusiva ai nostri microfoni l’esperto Franco Cardini – io ho la sensazione che, come succede in ogni guerra, si combatte anche a colpi di scoop, mosse giornalistiche. Mi fa piacere che ci si è commossi e inorriditi davanti a notizie del genere. Ma anche in Palestina ogni giorno vengono bombardati ospedali e non ho mai visto una reazione simile“.
Il docente dell’Istituto Italiano Storico per il Medioevo si sofferma anche sulla guerra e ribadisce che “questo è un conflitto che vuole continuare solamente Biden. Sono arrivate dei segnali da parte della Russia, ma gli Stati Uniti hanno respinto tutte le proposte di Mosca. Per la Casa Bianca si può discutere solo quando Putin ha ritirato le truppe e restituito i terrene. Da che mondo e mondo, però, gli scambi diplomatici si fanno per risolvere i problemi e non si possono mettere delle pre-condizioni simili a quelli poste dagli Stati Uniti. Ricordo che il conflitto va avanti ormai da diverso tempo. Risale ai fatti del 2008, alla Crimea e al fatto che la Nato è sempre più vicino a Mosca. Non posso accettare il discorso secondo il quale Putin ha intenzione di attaccare il Vecchio Continente. E’ il blocco occidentale che si è mangiato l’Europa. Il programma del presidente russo è quello di ricostituire il territorio come era negli anni ’90 e da questa posizione non si è spostato“.
La guerra in Ucraina è destinata a continuare almeno fino a novembre, ma Cardini mette in guardia tutti: “Certamente la possibile elezione di Trump porterebbe ad avere condizioni diverse per la pace, ma l’eventuale chiusura o attenuazione del fronte russo-ucraino non risolverebbe il problema di una guerra che sta avanzando su più fronti. Noi ne abbiamo uno israeliano-palestinese che si sta spostando verso Nord. C’è l’apertura di un fronte asiatico centrale perché ormai il conflitto ha toccato il Libano, la Siria, il Kurdistan. Poi c’è l’Iraq e l’ipotesi della Turchia, che è formalmente nella Nato. Si aspetta novembre“.
Il docente si sofferma anche su come sta cambiando l’Europa dopo il voto in Francia: “La sconfitta della Le Pen per molti è stata vista come una avanzata dell’antifascismo. La verità è che la situazione europea si sta muovendo verso un capitolo probabilmente nuovo e adesso sarà interessante capire come reagirà il premier Meloni davanti a questa sconfitta di Rassemblement National. Anche se dal partito parlano di vittoria ritardata e non di k.o. Ma dobbiamo dire che la tripartizione politica registrata in terra transalpina, è la stessa che c’è in Europa. Tutto questo ci obbliga a chiedere se sta cambiando qualcosa anche nel Vecchio Continente“.
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