Trump, Cardini: “Attentato? Gesto di uno squilibrato. Sulle elezioni…”

Franco Cardini in esclusiva ai nostri microfoni: “Trump dopo questo attentato è diventato un martire imperfetto. Sicurezza? Vi dico una cosa”.

Sono passati ormai diversi giorni dall’attentato a Donald Trump, ma il dibattito su quanto successo continua ad essere molto acceso. Nel mirino delle critiche la sicurezza organizzata per il comizio. Alcuni testimoni hanno confermato di aver segnalato il cecchino, ma la polizia non è intervenuta.

Esclusiva Cardini Trump Biden
Franco Cardini – cityrumors.it – foto Ansa

Sicuramente la sparatoria avvenuta in Pennsylvania resterà nella storia mondiale e noi di quanto accaduto ne abbiamo parlato con Franco Cardini, docente dell’Istituto Italiano Storico per il Medioevo.

Cardini: “L’attentato permette a Trump di avvicinare il ritorno alla Casa Bianca”

Esclusiva Cardini Trump Biden
Cardini – cityrumors.it – foto Ansa

Professor Cardini, cosa pensa dell’attentato a Donald Trump?

Di attentati ne abbiamo avuti diversi e questi hanno un significato sia quando riescono che quando falliscono. Sulla sparatoria nei confronti di Trump ne ho sentito tante e secondo me non ha senso fare ragionamenti a caso. Si è parlato degli iraniani, di Putin, ma è abbastanza chiaro dire che è stato un caso isolato e compiuto da una persona isolata. Bisogna sempre stare molto attenti in questi casi. Le indagini devono essere svolte e c’è un altro problema sotto gli occhi di tutti: questa cosa ha fatto di Trump un martire imperfetto. Se era perfetto si poteva parlare di risultati egregi per i democratici. Non mi pare, infatti, che in campo repubblicano ci sono personaggi che possono prendere il posto di Trump. Ritornando all’attentato, bisogna anche dire che molte volte l’esecutore viene ammazzato e le indagini subiscono un arresto. Nel caso di Kennedy fu un grave errore, qui non credo che dietro ci sia qualche piano particolare“.

E cosa dobbiamo aspettarci dalle elezioni di novembre?

Sicuramente Trump ha giocato molto bene la sua parte da grande leader. C’è qualcuno che ha azzardato l’ipotesi che l’attentato è stato organizzato da lui. Francamente il contesto e l’esito fa pensare che non si può battere la strada che qualcuno ha provato negli ultimi giorni. Parlando del voto, sicuramente l’attentato è un nuovo vantaggio di Trump, un passo avanti verso la Casa Bianca. Biden è inchiodato ai blocchi di partenza. L’ex presidente, invece, lo conosciamo. Difficile capire la strada che prenderà in caso di elezione. Se le premesse hanno un valore, la questione russa-ucraina potrebbe in qualche modo ricevere una specie di soluzione. Il tentativo di mediazione potrebbe andare avanti con autorevolezza e la questione potrebbe risolvere a favore di Putin. A me personalmente preoccupa di più l’Oriente. Lì Trump è schierato a favore di Israele e difficilmente si arriverà ad una soluzione equa. Secondo me la seconda esperienza del tycoon alla Casa Bianca sarà disastrosa“.

Ritornando alla questione dell’attentato, c’è stata una falla nel sistema di sicurezza americano?

Questo è vero, ma bisogna dire che fin quando non succede nulla la gente pensa che vada tutto bene. Se, invece, si inciampa su uno ostacolo, ecco lì a recriminare. Il comizio di un leader con la presenza di un sacco di persone è un qualcosa di avventato. Secondo me in occasioni del genere bisognerebbe evitare gli assembramenti fisici. Si tratta di eventi da fare in virtuale e differita perché il rischio in questi casi c’è sempre. E’ evidente che poi vengono fuori recriminazioni, ma queste sono le regole del gioco. La storia è un rischio continuo, come la vita“.

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