Attentato Trump, Di Liddo (C.e.S.i): “Un gesto simile può essere interpretato in diversi modi. Su Biden…”

Marco Di Liddo del Centro Studi Internazionale (Ce.S.i) in esclusiva ai nostri microfoni sull’attentato contro Trump e sul futuro di Joe Biden.

Quale interpretazione possiamo dare all’attentato nei confronti di Trump? E il futuro di Biden? Queste sono le due domande che nelle ultime ore si fanno negli Stati Uniti in vista delle elezioni di novembre.

Trump attentato esclusiva Di Liddo
Trump dopo l’attentato – cityrumors.it – foto Ansa

Due temi molto delicati che la nostra redazione ha deciso di affrontare in esclusiva con Marco Di Liddo del Centro Studi Internazionale (Ce.S.i).

Di Liddo: “I toni duri sono stati utilizzati anche da Trump”

Trump attentato esclusiva Di Liddo
Donald Trump – cityrumors.it – foto Ansa

Dottor Di Liddo, il mondo sotto shock per l’attentato contro Donald Trump. Colpa di uno squilibrato oppure dei toni duri utilizzati in questa campagna elettorale.

Le due cose non sono necessariamente in opposizione. Una campagna elettorale altamente polarizzata crea le condizioni per eventi simili compiuti da soggetti psicologicamente vulnerabili“.

I sondaggi ci dicono che Trump è in vantaggio su Biden. Ma quanto successo nella notte italiana potrebbe portare l’ex presidente ad avere un vantaggio ancora più ampio?

Questo tipo di gesto e avvenimento può essere interpretato in maniere diverse. Ritornando alla questione dei toni duri, bisogna dire che questi sono anche frutto della famosa retorica trumpiana. La parte repubblicana vicina all’ex presidente ha sempre utilizzato un linguaggio molto forte. Parlando dell’attentato, è ovvio che può essere interpretato da una parte e dall’altra per raggiungere il proprio obiettivo. Biden, per esempio, potrebbe parlare della sparatoria come frutto di ciò che Trump sta seminando e spingere qualche elettorale a votare per lui. I repubblicani, però, potrebbero dare una visione dell’ex presidente come martire e, di conseguenza, aumentare i propri consensi. Non c’è una utilizzazione univoca dell’accaduto. Spetterà ai vertici dirigenziali e agli steff dei due candidati usare l’avvenimento a proprio favore“.

“Futuro Biden? I dem sono spaccati”

Trump attentato esclusiva Di Liddo
Joe Biden – cityrumors.it – foto Ansa

Altro tema è il futuro di Biden. Resterà lui il candidato oppure i dem decideranno di puntare su un altro profilo. I nomi che si fanno sono quelli della Harris, Michelle Obama e il governatore della California.

Al momento possiamo dire 50 e 50. L’eventuale sostituzione di Biden non è facile. Per prima cosa ci vorrebbe un passo indietro dell’attuale presidente e poi un consenso ampio nel partito e quest’ultimo attualmente manca. Possiamo dire che i dem sono spaccati sul da farsi“.

Biden, come detto, sembra indirizzato verso la sconfitta (forse sta pagando a caro prezzo le scelte sulla guerra ndr). In caso di un cambio di candidato, i dem potrebbero ribaltare il risultato del voto?

Non è soltanto colpa della guerra la possibile sconfitta di Biden. E’ una società americana diversa da qualche anno fa e inquieta. Sull’alternativa bisogna vedere chi sarà. Il governatore della California, Kamala Harris e Michelle Obama hanno dei vantaggi o degli svantaggi. Bisognerà confrontarsi con i contributi della campagna elettorale. Si deve essere cauti su questo tema perché non è semplice. Trump è sempre stato coerente e decisivo sarà la pancia del Paese“.

Con una vittoria di Trump come cambierebbe il rapporto con l’Unione Europea?

Sicuramente Trump rispetto a Biden utilizza dei toni molto più diretti. Però alcune politiche profonde dell’attuale amministrazione non sono molto diverse rispetto al candidato repubblicano. Per esempio il presidente americano ha avuto una linea dura con la Cina come il suo predecessore. Contro l’Unione Europea sono state inserite alcune misure che vanno a colpire le nostre aziende. Noi dobbiamo andare oltre le etichette e la superficialità. Hanno intrapreso una linea politica estera non a favore dell’Ue. Le guerre sono state solamente la punta dell’iceberg. C’è un discorso molto più profondo dietro da fare. Bisogna dire che Washington e Bruxelles non sono più vicini come una volta“.

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