Scambio prigionieri Russia-Stati Uniti, Riggi: “Segnale importante” – ESCLUSIVA

Lorenzo Riggi di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni: “I rapporti tra i due Paesi si confermano ottimi. E sulla guerra in Ucraina…”.

Possibile svolta nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. Nella giornata di giovedì 1 agosto ad Ankara è andato in scena uno scambio di prigionieri importante. Sono 24 le persone coinvolte tra cui giornalisti, attivisti. Una notizia che conferma come i rapporti diplomatici tra Washington e Mosca non si sono mai interrotti nonostante l’operazione in Ucraina.

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Lo scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti – cityrumors.it – foto Ansa

Noi di quanto successo in Turchia e dei risvolti che questo scambio potrebbe avere sui rapporti tra i due Paesi e sulla guerra in Ucraina ne abbiamo parlato in esclusiva con Lorenzo Riggi, responsabile desk Russia di Geopolitica.info.

Riggi: “Biden potrebbe ottenere altri successi diplomatici nelle prossime settimane”

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Harris e Biden – cityrumors.it – foto Ansa

Lorenzo Riggi, quale significato possiamo dare allo scambio di prigionieri tra Russia e Stati Uniti?

Ci conferma che i canali diplomatici e il dialogo tra i due Paesi ci sono ancora per quanto Biden attraverso una dichiarazione ha ribadito il mancato contatto diretto tra Casa Bianca e Cremlino per questa operazione. Uno scambio che è stato possibile anche grazie alla mediazione della Turchia, ma anche di Tunisia, Polonia e Germania. Possiamo parlare di un successo diplomatico di entrambe le parte, ma quanto successo conferma anche il ruolo importante del governo turco nello scenario mondiale”.

Questo scambio di prigionieri potrebbe portare Stati Uniti e Russia a parlare per arrivare ad una tregua in Ucraina?

Bisogna sottolineare che questo scambio ha coinvolto figure accuse di spionaggio ma anche prigionieri di diversi Paesi. Quindi diversi attori sono stati protagonisti ed è qualcosa di svincolato rispetto alla guerra in Ucraina. Inoltre dobbiamo parlare anche di un passo avanti significativo per il contesto interno americano. Biden nelle prossime settimane potrebbe manifestare la sua volontà di ottenere successi diplomatici importanti. Con la conferma della Harris come candidata, lui ha più margini per compiere azioni sul piano internazionale. Naturalmente tutto deve avvenire in coerenza con le idee del Partito Democratico“.

A proposito della Harris, la sua candidatura porterà ad un cambio di posizione sulla guerra in Ucraina e magari arriva alla pace prima delle elezioni?

Difficile dirlo. Raggiungere un negoziato è possibile, ma bisogna poi vedere come andrà la sua implementazione. Un accordo politico di massima potrebbe essere trovato prima delle elezioni, il problema è se c’è la forza politica di attuarlo. E’ proprio quello il nodo cruciale di questa vicenda. Da sottolineare anche che la Harris non è specializzata nella politica estera. Viene da un contesto interno e negli anni dell’amministrazione Biden ha avuto un ruolo minore in diverse cose. Il presidente ha concesso poco spazio in diversi dossier e non sappiamo come si comporterà in caso di vittoria“.

“La Russia spinge, ma fa fatica ad ottenere successi immediati”

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In Ucraina si continua a combattere – cityrumors.it – foto Ansa

Cosa sta succedendo, invece, sul campo?

Sul campo i russi stanno spingendo per cercare di far cadere una città che rappresenta lo snodo cruciale per i rifornimenti ucraini al fronte. Qualora questa dovesse cadere, l’intero dispositivo di Kiev nel Sud potrebbe essere messo in discussione. Bisogna anche dire che Mosca spinge da settimane senza ottenere risultati immediati. Quello che emerso negli ultimi mesi è che i russi non sono in grado di portare avanti azioni importanti“.

L’Ucraina, invece, continua a difendersi?

Assolutamente sì. I pacchetti di aiuti offerti dagli Stati Uniti hanno dato fiato, ma mancano gli uomini. Abbiamo visto come ci sono grosse difficoltà e alcune unità hanno rifiutato i nuovi arrivi perché privi della necessaria esperienza per combattere e li hanno mandati indietro“.

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