In una intervista che ha rilasciato al ‘Quotidiano Nazionale’ è intervenuto il sindaco di Benevento, Clemente Mastella
Oramai i dubbi sono stati anche sciolti, ma di certo non sono mancate le polemiche in merito alle sue scelte. Come quella di unirsi insieme al leader di ‘Italia Viva‘, Matteo Renzi, in vista delle Europee che si svolgeranno il prossimo anno. Di questo, e molto altro ancora, ne ha parlato in una intervista al ‘Quotidiano Nazionale‘. Clemente Mastella di ‘Noi di Centro‘ ed attuale primo cittadino di Benevento ha le idee fin troppo chiare.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Se dovessi guardare alle liste elettorali all’interno di tutte ci sono avanzi. Lo siamo tutti, chi più deteriorato chi meno. Anche se solamente io vengo etichettato come l’unico trasformista dopo Giolitti“. Questo dopo aver risposto alla domanda di colui che è stato battezzato come un “rottamato” che ha deciso di unirsi al matrimonio con un “rottamatore“.
Nel corso dell’intervista ha precisato che continuerà per la propria strada senza farsi condizionare da nessuno e soprattutto senza sacrificare le sue ragioni. L’obiettivo è superare lo sbarramento del 4%: “Dipende da come giochiamo la partita. Salvini 5 anni fa occupava una quota esasperata di consensi e FdI navigava su numeri bassissimi. Nessuno si sarebbe immaginato Meloni al governo. Oggi è cambiato un mondo. L’idea statica della politica è finita con la Dc“.
Si era vociferato anche il fatto che, in merito al patto stabilito con Renzi, sia stato suggellato dalla candidatura da parte della moglie del sindaco beneventano, ovvero Sandra Leonardo. Su questo ha precisato: “Ci sono mariti e mogli in Parlamento, leader e dirigenti di partito con coniugi eletti nelle liste bloccate. E dopo fanno le pulci a me? Io i voti sono sempre andati a prendermeli“.
Sulla questione del premierato ci tiene a fare chiarezza: “Su questo con Renzi abbiamo un piccolo contenzioso. Sono contrario a spuntare i poteri del Capo dello stato. Penso che i senatori a vita possano essere rappresentativi, ma senza diritto di voto. Renzi a suo tempo ci credeva molto, io gli dissi che ero legato a un’idea diversa. Ora Meloni dice che in caso di sconfitta non si dimetterà. Ma il referendum ha sempre portato male“.
In conclusione si è soffermato sempre sulla possibilità di questa riforma: “Nel caso in cui dovesse rimanere così voterei contro. In questo modo mi considero come Moro, un conservatore illuminato. Penso che le riforme vadano fatte come fecero i costituenti“.
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